Opinione

I passi da compiere affinché le città siano completamente accessibili

Recentemente, l’Organizzazione Mondiale della Sanità, rimarcato che, circa il 15% della popolazione mondiale, è affetto da qualche forma di disabilità e, di conseguenza, ha delle particolari necessità per effettuare liberamente i propri spostamenti nella vita quotidiana. Conseguentemente, l’accessibilità dei contesti urbani, costituisce uno dei fattori fondamentali per garantire l’inclusione delle persone con disabilità 360 gradi e, pertanto, ad ogni latitudine, occorre mettere in campo tutte le iniziative necessarie per abbattere le barriere architettoniche e sociali che rendono difficile la libertà di movimento a queste persone.

Occorre ricordare che, tali ostacoli, non impediscono il movimento solamente a coloro che hanno una disabilità, ma anche ad una mamma con un passeggino o ad una persona anziana pertanto, occorre che, ad ogni livello istituzionali, si diano le risposte necessarie per realizzare compiutamente il diritto alla libera circolazione di ogni cittadino, indipendentemente dalla propria condizione particolare. Indubbiamente, in Italia, a partire dagli anni ‘60 nel secolo scorso, sono stati fatti molti passi avanti, con l’approvazione di più di 45 provvedimenti in merito, tra cui il Testo Unico sull’edilizia n° 380 del 2001 a cui si è aggiunto il recente tavolo tecnico in materia di Peba, ovvero “Piani per l’eliminazione delle barriere architettoniche”. Serve però fare di più: una città con degli ostacoli fisici diventa anche meno attrattiva dal punto di vista turistico quindi, l’abbattimento delle barriere architettoniche, oltre a consentire ad ognuno di realizzare pienamente i propri diritti di cittadinanza, permette anche di sviluppare nuove forme di economia legate al turismo lento e sostenibile.

Alla luce di ciò auspico che, grazie al contributo di tutti, nel futuro a breve termine, si possa dar vita a nuove realtà urbane in grado di contemplare l’accesso universale alle infrastrutture e ai servizi pubblici, come ad esempio i trasporti e i vari uffici. Tutti noi, senza scuse, dobbiamo dare un fattivo contributo verso la piena accessibilità delle nostre città che, in altre parole, significa diritto alla partecipazione della vita delle comunità.

Alda Cattelini

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