Luci e ombre del caso Mes

Coloro che accusano Conte di mentire sono loro volta dei mentitori, poiché il premier ha dimostrato che di questo argomento se ne era parlato nelle sedi dovute, forse non con la dovuta attenzione che sarebbe stata necessaria. Il punto è capire se Conte ha violato gli impegni che erano contenuti nella mozione votata nel giugno 2018, peraltro da una maggioranza diversa da quella di oggi, firmata dal capogruppo della Lega Molinari e del Movimento 5 stelle, Francesco D’Uva. Con tutti i limiti che possono esserci in un negoziato, non credo che quell’accordo metta in pericolo, nel suo insieme, i risparmi degli italiani, e trovo irresponsabile intervenire su un argomento complesso con questa paura, mettendo i cittadini nella condizione di credere che l’Europa stia minando i nostri risparmi. Il governo, peraltro, aveva lo scopo di valutare congiuntamente i tre elementi contenuti nel package approach, per poi esprimere un parere solo dopo averne definito tutte le componenti. Il Mes, infatti, costituisce uno strumento residuale che mira a fornire un sostegno alla stabilità articolato in una serie di azioni, alle quali sono associate condizioni rigorose, proporzionate alla tipologia di assistenza finanziaria cui si intende fare ricorso.

Questo non toglie che vi siano delle criticità passibili di revisione. Ad esempio, notiamo che ci sono tre Paesi ad avere le maggiori quote del capitale Mes (Francia, Germania e la stessa Italia) che possono porre un veto, visto che in certe circostanze, considerate le più gravi, la maggioranza richiesta è dell’85%, laddove solitamente si necessita l'unanimità. Più dubbi risiedono invece nel fatto che il Mes, di per sé, dovrebbe fare una valutazione a tavolino: è previsto che faccia, a scopi interni, una valutazione della sostenibilità del debito in tutti i Paesi, anche di coloro che non fanno domanda, così da essere pronto a intervenire se ce ne fosse bisogno. Questo lo trovo rischioso perché fare una valutazione a freddo, teorica della sostenibilità del debito significa chiamarsi l’insostenibilità. È chiaro che, se la cosa viene rese nota, gli investitori spariscano. L'archivio delle diagnosi dei possibili disagi a cui uno Stato potrebbe andare incontro non ha ragion d'essere se, in quel momento, quel Paese è in grado di andare avanti da solo.