Intelligenza artificiale, una sfida per gli Stati Uniti

Per decenni, il governo degli Stati Uniti ha lasciato che il settore privato e il mercato libero facessero le loro scelte, indipendenti e senza particolari spinte, scommettendo che questo fosse il modo più sicuro per stimolare l’innovazione ed evocare i progressi necessari per mantenere l’economia americana in cima al mondo.

Ora, con la Cina così in crescita, questa strategia sta cambiando. Washington sta facendo piccoli passi verso qualcosa di più vicino alla pianificazione centralizzata, cercando di spingere i progressi in aree chiave, quali l’intelligenza artificiale, la biotecnologia e l’informatica quantistica.

L’ultima prova che testimonia questo cambiamento di pensiero è il rapporto finale della National Security Commission on Artificial Intelligence (NSCAI). La commissione è stata creata dal Pentagono nel 2018 per studiare le implicazioni dell’Intelligenza Artificiale e delle tecnologie correlate sulla sicurezza nazionale e per delineare un piano per mantenere gli Stati Uniti sempre in vantaggio competitivo rispetto al resto del mondo.
“Dobbiamo agire in fretta”, dice Gilman Louie, un venture capitalist che ha co-fondato In-Q-tel, il ramo di investimento della CIA e membro dell’NSCAI. “Ci manca una strategia nazionale”.

La versione finale del rapporto, pubblicata qualche settimana fa, richiede importanti cambiamenti nell’approccio del governo all’innovazione e alla tecnologia. Le raccomandazioni includono il raddoppio della spesa federale “non militare” per la ricerca sull’Intelligenza Artificiale fino a 32 miliardi di dollari all’anno entro il 2026, il rafforzamento della capacità degli Stati Uniti di produrre semiconduttori, la creazione di una rete nazionale di ricerca sull’Intelligenza Artificiale per i ricercatori del mondo accademico e industriale, l’aumento degli sforzi per formare e trattenere i talenti specializzati in Intelligenza Artificiale e la spinta per la creazione di un “consiglio per la competitività“, che tratti argomenti quali l’Intelligenza Artificiale, la biotecnologia e l’informatica quantistica, sotto la guida del vicepresidente. Come altro segno di cambiamento, il presidente Biden ha ordinato una revisione della fornitura americana di semiconduttori, prodotti farmaceutici, batterie di grande capacità e materiali rari.

Gli Stati Uniti sono molto legati alla Cina per l’approvvigionamento di questi prodotti e una recente carenza di fornitura di microchip ha messo in crisi, ad esempio, la produzione di alcuni modelli tecnologici di auto statunitensi. Louie dice che non è solo importante cercare di recuperare la Cina nell’utilizzo di prodotti di Intelligenza Artificiale; la cosa importante è capire che la tecnologia diventerà sempre più fondamentale per gli interessi di ogni nazione.

“L’intelligenza artificiale non aiuterà, in futuro, solamente l’economia, la qualità della vita e la sicurezza nazionale”, afferma. “Sarà un settore di cui tutti gli stati vorranno assicurarsi di avere il controllo e uno spazio competitivo per le due maggiori potenze del mondo”.
Louie dice che gli Stati Uniti e i loro alleati non possono permettersi di fare affidamento sull’Intelligenza Artificiale sviluppata da un rivale politico e ideologico come la Cina. “Chiunque sappia qualcosa sull’intelligenza artificiale ti dirà che è difficile sviluppare algoritmi che non abbiano la tua cultura impressa”, dice Louie. “La cultura cinese è sicuramente diversa da quella americana e delle nazioni democratiche alleate”.

L’idea del governo che guida il progresso tecnologico o economico attraverso la politica industriale è passata di moda negli Stati Uniti da decenni. Ma le cose stanno cambiando a causa della minaccia competitiva della Cina: una nazione con un’economia enorme, un’industria tecnologica interna in crescita e una strategia governativa che enfatizza il progresso tecnologico e il dominio.

Contrastare la Cina è stato un obiettivo dell’amministrazione Trump, che ha adottato misure aggressive, e molto criticate globalmente, nei confronti di società cinesi come Huawei e TikTok. Biden ha proceduto con meno forza, ma sembra, anche lui, intenzionato a continuare questa politica verso la Cina.

Alcuni settori dell’industria chiedono più aiuto dal governo. L’11 febbraio, la Semiconductor Industry Association ha chiesto al presidente di aumentare i finanziamenti per la produzione di semiconduttori. La lettera rileva che la quota americana della produzione globale di chip è scesa al 12%, dal 37% nel 1990. “La nostra leadership tecnologica è a rischio nella corsa alla preminenza nelle tecnologie del futuro”, tra cui intelligenza artificiale, reti cellulari avanzate, e informatica quantistica “, ha scritto l’associazione.
Insomma, chiunque ancora dubitasse sul fatto che è attorno all’Intelligenza Artificiale che si giocherà il futuro prossimo venturo del mondo può fugarlo, anche semplicemente, analizzando l’indice del rapporto della NSCAI, la cui sintesi, tradotta in termini politicamente scorretti, è: se si vuole rimanere il Paese più potente del mondo dobbiamo essere i primi nel settore dell’intelligenza artificiale.