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Infodemia e belle notizie

Il nostro cervello è molto sensibile alle notizie negative, per ogni notizia negativa ci vogliono dalle tre alle cinque notizie positive per neutralizzare quella negativa. L’infodemia, che stiamo vivendo, è il continuo “bombardamento” di notizie negative, talvolta non vagliate con accuratezza, con discernimento per il bene comune e in modo particolare per tutte le persone deboli e sensibili.

L’eccesso di informazione fa male al cervello e al cuore, bisogna spegnere la televisione, accendere il cervello e il cuore, per riaccendere la vita, nutrendola di belle notizie. Vorrei parlare con giornalisti, direttori delle televisioni laiche e cattoliche: come mai non comunicate più la bellezza, non raccontate storie belle, ma parlate solo di morte e di dati sterili? Dove sono finiti i documentari, i bei film, le belle notizie, i comici, i varietà musicali? Cronaca nera, senza cronaca bianca e bella…

I giornalisti sono il quarto potere di uno stato e se questo “potere” comunicativo viene usato bene, può dare tantissimo frutto, altrimenti come si dice: “Ferisce più la penna che la spada”. Abbiamo bisogno di essere nutriti di fiducia, di bellezza e di speranza, questo non significa che siamo fuori dalla realtà oppure sognatori, ma persone che hanno incontrato la Luce e non temono anche i momenti di tenebra.

Mi ha chiamato una signora preoccupata: “Padre, ma da domani si può andare a messa? Si tranquillamente si, ci vuole solo l’autocertificazione (in Abruzzo siamo zona rossa). Le chiese sono aperte, ringraziando Dio, anzi sono le case della speranza in un tempo di paura e di morte. Spegniamo la tv e i social, preghiamo di più e frequentiamo le chiese.

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