Formiche del futuro

Nell’ambito degli incontri degli Stati Generali, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato che che le aziende che già hanno esaurito per intero le 14 settimane di ammortizzatori sociali introdotti a causa della emergenza Covid con il decreto legge di marzo e rifinanziato dal dl ‘Rilancio’, potranno fruire delle ulteriori 4 settimane, anche per i periodi antecedenti al primo settembre. Provvedimenti assolutamente indispensabili, che hanno dovuto fare fronte al lockdown che ha interessato il 70% delle aziende, soprattutto le piccole e le medie, che come si sa, generalmente rappresentano la più grande parte dell’apparato produttivo italiano, ma anche la porzione più debole dell’apparato industriale e dei servizi. Infatti queste aziende, insieme alle altre, hanno risentito della forte contrazione della domanda interna ed estera, ma che sono state costrette anche alla ristrutturazione difficile ed onerosa della riorganizzazione del lavoro aziendale, stravolta nelle modalità di impegno lavorativo e dalle distanze ritenute indispensabili per la sicurezza.

Dunque gran parte delle imprese italiane sono al momento, e lo saranno ancora per molto, messe fortemente alla prova dalla forte esposizione debitoria provocata dalla impossibilità di produrre e offrire prodotti, nel mentre dovranno riprepararsi ad un’ accentuato cambiamento nel modo di produrre che comporterà disporre di più ampi spazi aziendali, attrezzature nuove per la sicurezza, inevitabili rallentamenti dei tempi di lavorazioni, materie prime più costose in prospettiva. Ma se la situazione è questa, è tutto ciò che fa da contesto alle nostre produzioni dovessero rimanere così come sono, la cassa integrazione o il blocco dei licenziamenti che auspica il leader della Cgil Landini, diventeranno come un analgesico in un corpo in preda ad una metastasi cancerogena incalzante. Per questa ragione, il Governo, oltre a monitorare strettamente la esigenza di liquidità delle imprese e disporsi al soccorso più efficace per evitare l’irreparabile, deve concentrarsi sulle riforme che l’Europa chiede insistentemente all’Italia.

La Presidente della commissione Ursula Von Leyen, proprio l’altro ieri, intervenendo nel meeting di Roma, ha insistito sulla leva anticiclica delle opere pubbliche, su riduzioni di tasse per imprese e persone fisiche per vivacizzare il mercato interno e per provocare investimenti esteri e nazionali, sulla profonda riforma della giustizia, riduzione e riforma burocrazia, investimenti sul digitale, su istruzione e formazione, sulla economia verde, tassazione di vantaggio per i territori svantaggiati. Ecco proprio su questi punti programmatici il paese finalmente  potrà svoltare; dunque su questi temi il governo dovrà concentrarsi. Chiunque abbia buon senso, dovrebbe sapere che le casse integrazioni ed il blocco dei licenziamenti, non potranno rappresentare che una prospettiva di brevissimo tempo: quanto basta a riprendere un cammino ad andatura veloce per riguadagnare quello che si è perso. L’occupazione, la solidità dell’apparato produttivo, la salute economica italiana, si gioca in tutt’altro modo: con il coraggio di mettersi alle spalle il comportamento di cicale ed adottare il comportamento delle formiche.