Disabilità: tre spunti da cui il governo può ripartire nel 2022

Il 2021 volge al termine e, dopo due anni molto difficili in cui la pandemia da Covid-19 ha stravolto le vite di tutti ma, in particolare delle persone con disabilità e delle loro famiglie, vorrei esprimere alcune riflessioni ed auspici per il nuovo anno che ci apprestiamo a vivere. L’emergenza sanitaria ha messo a nudo le fragilità della nostra società ed in particolare quelle di coloro che già avevano una difficoltà pregressa, acuendo le stesse.

Quindi, per il nuovo anno, è fondamentale che – tutti noi – ma in particolare coloro che legiferano agiscano su alcuni temi per i quali è molto importante agire in fretta, il primo fra tutti è quello dei caregiver.

L’attività che svolgono i familiari assistenti è indispensabile nella vita quotidiana delle persone non autosufficienti, soprattutto nei momenti di difficoltà essi mantengono con sforzi immani l’integrità e l’equilibrio di molte famiglie. In Italia, secondo le statistiche, sarebbero oltre sette milioni le persone che rientrano nella categoria dei familiari caregiver che – spesso – la quasi totalità dei famigliari assistenti non può svolgere alcun lavoro a causa dell’imponente carico assistenziale ed emotivo. Alla luce di ciò è urgente che le istituzioni riconoscano la pregevole opera di questi eroi silenziosi attraverso un riconoscimento giuridico, contributivo ed economico attuando concretamente e incrementando quanto era previsto dalla Legge di Bilancio 2021 (Legge 178/2020) che prevedeva un nuovo fondo per riconoscere l’attività del Caregiver.

Un altro tema importante è quello del cosiddetto “Dopo di Noi” ossia della legge numero 112 del 22 giugno 2016 denominata “Disposizioni in materia di assistenza in favore delle persone con disabilità grave prive di sostegno familiare” e composta da 10 articoli il cui obiettivo è quello di evitare la sanitarizzazione delle persone con disabilità più grave nel momento in cui vengono a mancare i parenti che li hanno accuditi e seguiti. A tal proposito è importante agire “durante il noi” per costruire appunto il “dopo” pensando alla persona con disabilità non come destinataria passiva di un’attività di mera assistenza da erogare in qualsiasi struttura, ma il suo essere Persona che, come tutti, ha diritto continuare a tessere il suo filo di vita, il suo percorso, attraverso i giusti supporti e sostegni. Questo deve essere il nuovo modello sui cui riformare questa legge e, nello stesso frangente, dare finalmente concreta attuazione al Progetto di Vita al fine di permettere una vita maggiormente autonoma alle persone con disabilità.

Infine, last but not least, il legislatore dovrebbe modificare l’articolo 33 comma 3 della legge 104/92 il quale dispone che il lavoratore dipendente, pubblico o privato, che assiste persona con handicap in situazione di gravità ha diritto a fruire di tre giorni di permesso mensile retribuito coperto da contribuzione figurativa, anche in maniera continuativa. Tanto premesso, le istituzioni preposte, dovrebbero consentire ai familiari che assistono una persona con disabilità di cumulare i giorni di permesso e poterli utilizzare nei periodi di maggior necessità della stessa.