Attacchi alla vita: non possiamo essere né attori né complici

Devo confessare che la prima reazione alle recenti decisioni europee in tema di difesa della vita, della famiglia e della libertà educativa è stata un’esclamazione, tra l’irritato e l’amareggiato: “Non se ne può proprio più di questa Europa venduta al capitale e all’ideologia!” Purtroppo, anche i fatti più recenti non possono che suffragare questo profondo senso di disagio e di rifiuto delle scelte che ci provengono da questo “sovrastato” europeo, che ha assunto vergognosamente i connotati di un vero “stato etico”, in contrasto con la storia, la tradizione, le radici, le religioni, la cultura, la visione dell’uomo che hanno caratterizzato i singoli stati europei e, primo fra tutti, la nostra Italia.

Dopo il brutale attacco alla Polonia contenuto nelle “Risoluzioni del Parlamento Europeo” del novembre 2020 – rea di aver condannato e abolito l’aborto eugenetico – con parole assolutamente inaccettabili in quanto totalmente prive di ogni senso, del tipo “condanna con forza la sentenza del Tribunale Costituzionale (polacco) e il passo indietro circa la salute sessuale e riproduttiva e i relativi diritti delle donne in Polonia … deplora il maggiore ricorso all’obiezione di coscienza … invita l’UE a finanziare le organizzazioni che agevolano la cooperazione tra le organizzazioni che forniscono aborti legali e sicuri”, siamo giunti al “Matic Report” approvato due settimane fa, ove si “esalta” l’aborto in quanto diritto umano fondamentale e universale! Nel dettaglio, ecco la linea di condotta firmata UE: promuovere l’aborto senza alcuna restrizione; abolizione del diritto all’obiezione di coscienza, il medico che si rifiuta di praticare l’aborto va perseguito in quanto “rifiuto di cure mediche”; promuovere aborto e contraccezione per le ragazze “indipendentemente dall’età”, senza il consenso dei genitori; promuovere le pratiche di transizione sessuale anche per i minori, garantite dai servizi sanitari nazionali. Non poteva, ovviamente, mancare la chiosa finale: l’invito ai Paesi UE a garantire la promozione della cultura LGBTQ+, anche e soprattutto a livello di educazione scolastica! Non so fino a che punto ne siamo davvero consapevoli, ma stiamo sprofondando in una latrina di disumanità totale in cui la vita umana non vale nulla, il bimbo Down ha diritto solo ad essere soppresso, e la libertà di coscienza, il foro interno, di ogni persona è completamente abolito e perfino la sovranità nazionale su temi eticamente sensibili è palesemente negata.

Il presidente Orban e il parlamento ungherese – che all’unanimità ha approvato una legge a favore della responsabilità della famiglia e dei genitori, contro la pedofilia, contro la pornografia, contro l’indottrinamento gender – diviene bersaglio di accuse tanto false quanto ignobili, che offendono ogni persona onesta, che crede nella democrazia, nella libertà di pensiero e nella giusta ribellione a qualsiasi forma di dittatura camuffata da “diritti civili”. Non spetta a nessuno formulare giudizi sulle persone, ma è diritto e dovere di chiunque esprimere giudizi e condanne sugli atti e sulle condotte che abbiamo sotto gli occhi ormai quotidianamente. Questa Europa dei banchieri e del capitale ha deciso di comprare le nostre stesse coscienze, insieme all’aria che respiriamo, l’atmosfera in cui viviamo, la cultura umanistica che ci ha plasmato. Per non dire degli strumenti di comunicazione, perfino degli spettacoli, con un’ossessiva campagna che, con il pretesto di combattere le discriminazioni, sta condannando ognuno di noi e soprattutto i nostri figli e nipoti, ad una vera e propria atonia mentale e culturale senza scampo, attraverso un indottrinamento ideologico ossessivo ed ossessionante.

Non più torture, terrore, olio di ricino e manganello – armi tipiche delle dittature violente, certamente esecrabili, ma che avevano il “pregio” di essere, proprio per questo ben visibili e riconoscibili – ma propaganda a tutto spiano, ricatti politici ed economici (minacciato il governo ungherese di sospendere 7,2 miliardi di euro previsti dal Recovery Fund!) condizionamento culturale che nega ogni verità, soppiantata dal regime della menzogna “politicamente corretta”. Ennesima riprova che chi “comanda” e guida in Europa è l’euro, il profitto; i valori umani sono orpelli sempre più insopportabili! A questa Unione Europea dobbiamo avere il coraggio di dire di NO, rifiutandoci di essere attori o complici di questo “abominio”.