Di morbillo si muore

Di morbillo si muore, ma ce lo siamo dimenticati perché c’è sempre stato il vaccino a difenderci. Ora le assurde campagne anti-vaccinazioni e le bufale circa le correlazioni dei vaccini con l’insorgenza dell’autismo, hanno spuntato le nostre uniche armi di difesa contro le malattie virali: i vaccini.

Dall’inizio dell’anno i casi di morbillo in Italia sono stati più di 1000. L’Organizzazione Mondiale della Sanità denuncia che il morbillo è fra le prime cause di mortalità infantile con 134.000 morti nel mondo nel 2015 (non dimentichiamo che prima dell’avvento del vaccino negli anni ‘80 il numero di morti era di oltre 2 milioni all’anno). Tra il 1950 e il 1970 in Italia i morti per morbillo, limitatamente alla fascia tra 0 e 4 anni, sono stati 5473! Mentre la maggior parte dei Paesi europei ha eradicato la malattia, in Italia il morbillo è ancora endemico e la percentuale dei vaccinati è ben lontana da quel 95% in grado di impedire la circolazione del virus tra la popolazione: siamo ad oggi all’85% di bambini vaccinati.

Nel 2010 eravamo riusciti a far vaccinare il 90% dei bimbi, poi abbiamo abbassato la guardia e siamo arrivati all’epidemia che tanto ci deve preoccupare. Anche la non obbligatorietà della vaccinazione ha fatto forse credere alle giovani mamme, che non hanno memoria del morbillo, che non sia poi così pericoloso. Ora il morbillo colpisce i neonati al di sotto dei 12-15 mesi di vita, che è il momento nel quale si consiglia la prima dose di vaccino. Di solito fino a quell’età il bambino è protetto dagli anticorpi che gli ha trasmesso la madre, ma se anche la madre non è stata vaccinata o non ha contratto il morbillo, allora il rischio di ammalarsi diventa molto alto.

La malattia dai puntini rossi sta colpendo anche gli adulti: dei 1010 casi segnalati dall’inizio dell’anno, oltre la metà sono di età compresa fra i 15 e i 39 anni (spesso si tratta di personale sanitario) e fra questi molti sono stati ricoverati in ospedale per le complicazioni del morbillo come la diarrea, le cherato-congiuntiviti, le polmoniti, le stomatiti, i danni all’udito, i problemi neurologici. Il virus del morbillo è fra i più contagiosi e si trasmette per via aerea attraverso le goccioline di saliva emesse dal malato con gli sternuti e i colpi di tosse. Circa il 90% dei bambini esposti al contagio si ammala e il malato è contagioso già a partire dal settimo giorno di incubazione, quando i sintomi del morbillo non si sono ancora manifestati.

Nei primi giorni il morbillo si presenta come una comune influenza: febbre spesso superiore a 40°, tosse, naso che cola, malessere generale e occhi rossi con insofferenza alla luce. Due, tre giorni dopo compaiono le macchie di Koplik, piccole macchie biancastre all’interno della bocca. La fase esantematica vera e propria con le macchie della pelle, tipiche del morbillo, che si diffondono su tutto il corpo, compare da tre a cinque giorni dopo l’inizio dei sintomi e dura in media 4-6 giorni. I malati sono contagiosi da quattro giorni prima a quattro giorni dopo l’inizio del rash e nove persone su dieci, non immuni, che entrano in contatto con una persona infetta, si ammaleranno.

Tratto da “Sempre”