Cosa significa celebrare la Festa della Repubblica

Roma, 02/06/2023. Il Presidente Sergio Mattarella depone una corona d'alloro sulla Tomba del Milite Ignoto. Foto: Quirinale

La scelta della Repubblica costituisce l’esito del referendum del 2 giugno 1946. In quel giorno i cittadini, uomini e donne, furono chiamati a decidere sulla forma istituzionale dello Stato. In quella stessa occasione il popolo italiano si espresse sulla composizione di un’Assemblea Costituente chiamata ad elaborare il nuovo Testo costituzionale. Per la prima volta anche alle donne venne riconosciuto il diritto di voto e il suffragio divenne finalmente universale. Nel febbraio 1945 il Governo Bonomi aveva adottato un decreto luogotenenziale per l’introduzione dell’elettorato femminile. Un anno più tardi, il 16 marzo del 1946 il Governo De Gasperi definiva i poteri dell’Assemblea costituente per la scrittura della Carta e affidava al popolo la decisione circa la forma che lo Stato avrebbe dovuto assumere.

Le urne rimasero aperte fino a sera per scegliere tra Repubblica e Monarchia ed eleggere i rappresentanti in Assemblea costituente. Il Paese si mostrava ancora fortemente diviso, con differenze significative tra il Nord a maggioranza repubblicana e il Sud a prevalenza monarchica. Le contrastanti simpatie espresse sui territori costituirono l’effetto di come l’esperienza del conflitto aveva impattato sulle differenti aree geografiche dell’Italia.

La fine della dittatura e con essa l’espansione dei diritti politici spinse i cittadini in massa a partecipare al momento elettore e l’affluenza al voto fu altissima, con 25 milioni di votanti, che sfiorò il 90%. I voti a favore della Repubblica furono pari al 54%, quelli a favore della Monarchia il 45%. In Assemblea costituente la Democrazia cristiana conquistò la maggioranza relativa, socialisti e comunisti insieme ottennero il 39, 61%. Anche i movimenti di ispirazione liberale conseguirono un significativo consenso. Dei 556 deputati eletti, le ventuno donne parteciparono attivamente alla elaborazione della Costituzione con puntuali disposizioni a favore dell’eguaglianza di genere nella famiglia, nel lavoro e negli incarichi pubblici. Con un comunicato del 10 giugno il Consiglio dei ministri attribuì la funzione di Capo dello Stato al Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi, che restò in carica fino a quando l’Assemblea costituente non scelse il Capo provvisorio dello Stato. Il 28 giugno 1946 la stessa Costituente elesse Enrico De Nicola e dopo quindici giorni votò la fiducia al secondo governo De Gasperi.

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro, recita l’art. 1 della Costituzione. Già fin dal primo articolo si sottolinea il valore del lavoro quale presupposto dello sviluppo e della solidarietà sociale. Il lavoro è insieme diritto fondamentale e dovere inderogabile e ha rappresentato sin dai primi anni repubblicani il motore per il rilancio dell’Italia in Europa e nel mondo. Il concetto di Repubblica si è progressivamente valorizzato con il nuovo testo dell’art. 114 che considera gli enti territoriali al pari dello Stato “elementi costitutivi della Repubblica”. Un segnale tangibile della comune derivazione della sovranità popolare e del metodo elettivo. La forma repubblicana contiene in sé elementi riepilogativi essenziali dell’intero assetto costituzionale: dal rispetto dei diritti e delle libertà, alla garanzia delle minoranze, al principio dell’articolazione del potere tra i diversi organi costituzionali, alla salda collocazione euro atlantica sul piano internazionale. Il tutto racchiuso nell’ultimo articolo della Costituzione che sottrae la forma repubblicana alla revisione costituzionale. Celebrare la Repubblica rappresenta un momento simbolico per ripercorrere la nostra storia nazionale con lo sguardo verso le sfide future.