Come il coronavirus ha cambiato il modo di fare acquisti

Con il coronavirus è cambiato il modo di fare spesa degli italiani: sono molti, infatti, coloro che hanno aumentato i loro acquisti online. In un primo momento c’è stato un aumento per quel che riguarda il comparto agroalimentare, non so se la cosa durerà con il ristabilimento della normalità del Paese. Questa modifica che va verificata e controllata, perché molto spesso, nella rete si rischia di cadere in truffe e raggiri.

Noi controlliamo molto gli aumenti dei prezzi. Il vero tema è la sofferenza di quanti stanno peggio: i disoccupati, i poveri. Ad essere più colpiti dagli aumenti dei prezzi saranno essenzialmente le famiglie più povere, quelle che per esempio hanno le pensioni o redditi sotto le 750-1000 euro al mese. Loro, il prossimo primo gennaio, non avranno la riqualificazione della pensione perché il tasso di inflazione è a zero.

Questi cittadini avranno un duro colpo sul loro potere di acquisto: in primo luogo perché non avranno la rivalutazione dei loro redditi, in più avranno l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità. E’ una cosa che si dovrebbe denunciare e chiedere al governo di intervenire di più e meglio sulle basse pensioni, ma soprattutto intervenga per ridare dignità al lavoro e per diminuire la povertà nel nostro Paese.

Inoltre, si è verificato un cambio dei consumi. E’ aumentato molto l’agroalimentare, mentre sono diminuiti quelli relativi all’abbigliamento. Le famiglie italiane hanno iniziato a comprare solo l’essenziale. C’è una forte contrazione dei consumi, l’unico settore che va piuttosto bene è l’agroalimentare di casa, non quello dei ristoranti. Sono cambiate non solo le metodologie, ma anche i consumi.

Su questo ha influito anche lo smartworking: stando più a casa, si pranza di meno al bar o in pizzeria. Questi tipi di consumo sono diminuiti, mentre è aumentato quello presso caso e con l’utilizzo del remoto, con l’alimentare da asporto, attraverso la richiesta online.

Per i lavoratori, non so se si tratta proprio di una forma di risparmio, si risparmia solo il tempo. Anche se non è sempre così, a volte c’è anche il problema della qualità. Un conto è andare a comprare di persona, un conto è farsi mandare i prodotti online. Magari il servizio è ottimo, ma la qualità dei generi alimentari, a volte, potrebbe essere non ottimale, si pone anche il problema della freschezza.

Si dovrebbero fare dei gruppi solidari di acquisto, che stranamente potevano decollare di più. Delle persone si mettono d’accordo per poi – perché anche i contadini si stanno attrezzando per la vendita online – acquistare direttamente alla produzione. Questo sarebbe servito per superare il problema della freschezza.

E’ certo che c’è stata un’evoluzione in tutti i sensi per quel che riguarda comprare sul mercato. In questi mesi abbiamo progredito con il digitale e l’online come non mai. L’acquisto online è diventato molto importante in questa fase e penso che questo trend di crescita continuerà, certo è che ci devono essere delle linee guida più sofisticate e produttive. Bisogna accelerare questi processi di investimento – come il 5G – altrimenti poi l’online si ingolfa, diventa meno efficiente e si creano dei problemi per gli acquirenti.