Il cammino della Sicilia verso i valori fondamentali dello Stato

Il Covid ha fatto tanti danni ma credo che abbia dato anche opportunità. A me piace molto viaggiare e quest’anno, a causa delle ristrettezze e limitazioni dovute dal Covid, ho deciso di fare le vacanze in Italia. Come già avvenuto in questi ultimi anni mi sono affidato al CRUA, il Circolo Ricreativo dell’Università di Ancona ed a Serena e Daniela Cutali che ne sono le responsabili. Le vacanze del CRUA non sono solo divertimento ma rappresentano anche cultura ed opportunità di nuove amicizie. Quest’anno ci è stata proposta la Sicilia occidentale. Con un gruppo di circa trenta corregionali abbiamo visitato Trapani, Selinunte, Favignana, Palermo e Monreale. Località di una bellezza difficile da descrivere.

Ero già stato a Palermo per una settimana nel 2007, quando ho dovuto organizzare da dirigente della Polstrada i servizi di sicurezza per il Giro d’Italia ed i miei ricordi erano rimasti alle arancine, alle granite ed ai cibi gustosi. Quest’anno posso dire di aver veramente conosciuto una parte importante della Sicilia. E questo grazie a due guide straordinarie: Salvatore Buffa, che ci ha guidato nel Trapanese e Massimiliano Guttuso nel Palermitano. Di entrambi mi ha colpito la professionalità e l’ampia preparazione culturale ma soprattutto, lo straordinario amore per la Sicilia e la passione per il proprio lavoro.

Da uomo che ha rappresentato lo Stato mi ha anche colpito il rispetto per coloro che si sono immolati per combattere la mafia. Ho avuto modo di camminare nelle stesse strade in cui miei amici hanno lavorato e che sono state bagnate dal sangue di alcuni di loro: politici, giudici, poliziotti, carabinieri, sindacalisti, giornalisti, sacerdoti. Ho pregato sulla tomba del Beato Puglisi e del Cardinale Pappalardo e dentro di me riecheggiavano le parole di San Giovanni Paolo II, quando il 9 maggio 1983, in visita alla Valle dei Templi di Agrigento, gridò ai mafiosi: “Convertitevi!”.

Le nostre guide ci hanno parlato con grande competenza delle culture che hanno fatto grande questa Regione, dei Fenici, dei Greci, dei Normanni, ma non hanno mancato di soffermarsi sui martiri dei nostri tempi. Uomini che non si sono girati dall’altra parte, chinando la schiena, uomini che hanno dato la propria vita per la giustizia. E questo mi ha profondamente colpito e commosso. Sono tornato nelle mie Marche arricchito della bellezza ineguagliabile di quei luoghi, che tornerò a visitare, delle chiese e dei monumenti, pieno di ammirazione per questo popolo. Luoghi che non possono essere appieno apprezzati se non si è accompagnati da guide preparate e sensibili, come quelle che abbiamo avuto il privilegio di conoscere. Ho trovato in Sicilia tanta educazione, gentilezza, senso dello Stato e rispetto delle regole. Per ogni spesa che ho sostenuto mi è stato fatto lo scontrino. In quasi tutti gli Uffici pubblici e nei ristoranti al chiuso mi è stato chiesto con cortesia e con fermezza il green pass. Partendo il solito “informato di turno” mi aveva detto: “Vedrai che nessuno ti chiederà la mascherina ed il green pass”. Si sbagliava, me li hanno chiesti eccome, e mi fa piacere poterlo testimoniare.

Credo che il sacrificio di tanti servitori dello Stato e di tanti siciliani, uomini e donne, non sia stato vano e che la Sicilia, malgrado tutti i problemi che attraversano il Paese, saprà continuare il proprio cammino verso i valori fondamentali dello Stato, primo fra tutti quello della legalità.