Il contraccolpo della transizione ecologica

Automotive transizione ecologica

Il Boom economico del nostro Paese venne trainato dai fondi del Piano Marshall, dal Piano case di Amintore Fanfani e dalla edilizia, dal fisco amico di Vanoni, dalla riforma agraria e dalla crescita del settore auto.

Trovare lavoro in quel periodo non era un problema, quasi sempre bastava un certificato di buona condotta del Parroco. Edilizia e auto, i due settori con la massima ricaduta sul sistema economico, dai trasporti al commercio ai servizi.

Nella transizione ecologica verso un sistema economico sostenibile, chi rischia di più è proprio il settore auto. Il quale verrà toccato da un passaggio tecnologico epocale che rischia di far saltare la metà delle aziende dell’indotto auto.

Ogni auto o camion posseggono al loro interno almeno un centinaio di componenti ognuno prodotto da una azienda. Non a caso l’industria dell’auto viene chiamata la fabbrica delle fabbriche. Ogni azienda dell’indotto porta avanti ricerche avanzate per far sì che la propria produzione sia sempre competitiva e così il settore è uno dei settori più innovativi.

La decisione della Commissione europea che stabilisce che al 2035 si produrranno solo auto elettriche, se non accompagnata adeguatamente da una politica industriale del settore, rischia di mettere a rischio oltre 70.000 posti di lavoro e di far chiudere tante aziende, alcune centenarie, perché i componenti dell’auto elettrica sono la metà di quelle col motore endotermico.

Purtroppo, nella Legge Finanziaria approvata a fine anno non vi è una lira per questo settore così importante che determina la crescita e il lavoro in almeno otto regioni: Piemonte, Lombardia, Emilia, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia e Basilicata.

Il primo marzo è atteso il Piano di Stellantis, il nuovo gruppo nato dalla acquisizione da parte di Peugeot della nostra FIAT. La preoccupazione è forte perché il management francese ha già detto più volte che i costi di produzione nelle fabbriche italiane sono più alti e dopo che una prima produzione è stata trasferita in Polonia.

Ecco perché sarà importante la discussione alla Camera della Mozione Molinari, nata dalla mia proposta di dar vita a un Tavolo nazionale auto , che chiede al Governo di difendere un settore ancora oggi strategico. Ne va di migliaia di posti di lavoro e del futuro tecnologico del nostro Paese. Ecco perché è importante che i parlamentari di quelle Regioni è bene siano attenti e ben presenti al dibattito parlamentare e al miglioramento dei provvedimenti governativi.

Incentivare la sostituzione del vecchio parco circolante, il 30% delle auto e il 50% dei TIR, con gli Euro 6 dell’ultima generazione e con i mezzi elettrici , serve al Paese per diminuire l’inquinamento e aumentare la sicurezza dei mezzi che circolano.

Sarebbe importante che i nostri Politecnici e Centri di ricerca si accertino sugli effetti sull’ambiente del sistema elettrico e dei sistemi più avanzati dei motori a gasolio oltreché dell’idrogeno. Inoltre occorrerà prevedere dei fondi per aiutare le aziende dell’indotto a rinnovarsi e a ristrutturarsi.