Stangata del Tar sugli autodemolitori

Quindici impianti di autodemolizione situati in via Palmiro Togliatti – chiusi dal Campidoglio perché non adeguati ai requisiti ambientali richiesti o a causa di vincoli paesaggistici e archeologici non superabili – non potranno proseguire la loro attività senza l'autorizzazione del Comune. 

La decisione

Lo ha stabilito il Tar del Lazio, decidendo su diversi ricorsi presentati dai titolari delle imprese di “sfasciacarrozze“. I giudici amministrativi hanno anche chiesto all'ente locale di effettuare verifiche in loco, dal momento che i gestori hanno presentato una documentazione assolutamente carente. Nelle prossime settimane verranno effettuati da Roma Capitale, con il supporto della Polizia Locale, di Arpa Lazio e Città Metropolitana degli accertamenti, richiesti dal Tribunale amministrativo, per verificare i presidi ambientali adottati negli impianti. E' stato richiesto, spiega il Campidoglio, anche il supporto tecnico dell'Ispra, in considerazione della rilevanza della tematica. 

Controlli

L'Amministrazione capitolina, si legge ancora nel comunicato, nel corso di questi ultimi mesi, ha intensificato i controlli sulle autorizzazioni per verificare il rispetto di tutte le norme in materia di tutela dell'ambiente, salute pubblica, prevenzione incendi e sicurezza sui luoghi di lavoro. In particolare gli autodemolitori, per poter continuare le loro attività, devono indicare le tipologie e i quantitativi di rifiuti che sono autorizzati a gestire, le operazioni di trattamento, l'elenco dei macchinari presenti e la superficie dell'impianto interessata dalle attività di gestione dei rifiuti. In caso di irregolarità le attività sono state chiuse o riconvertite. E' stato inoltre avviato un percorso di stabilizzazione delle autorizzazioni, finalizzato a garantire uno sviluppo ecosostenibile della filiera.