Spelacchio è morto

Spelacchio, l'albero di Natale di piazza Venezia più criticato e sbeffeggiato della storia di Roma, è stato dichiarato morto dal Campidoglio. Nell'ultima settimana le condizioni dell'abete erano visibilmente peggiorate, tanto che alcuni esperti avevano profetizzato: “Non arriverà al 25 dicembre“. E così è stato. La querelle su Spelacchio rischia ora di passare dai social network, su cui oggi si registra almeno un po' di compassione per il povero albero, alle carte bollate, visto il rimpallo di responsabilità tra Comune, Val di Fiemme e trasportatori. 

Era sano

“E' partito da noi già morto ma è la prassi – ha spiegato Ilario Cavada, esperto della comunità – gli sono state tagliate le radici altrimenti il trasporto sarebbe stato impossibile”. Tuttavia , ha aggiunto, “l'albero è in grado di restare rigoglioso per un mese e mezzo o due, come sempre avvenuto, garantendo lo scopo estetico per cui è stato messo in Piazza Venezia”. Dal paese di Spelacchio hanno già precisato che “quando è partito dalle nostre valli – ha detto ancora Cavada – era in ottime condizioni, come dimostrato dalle foto. Qui è stato legato correttamente, una manovra necessaria per farlo entrare in un autoarticolato. Escludo che sia seccato così in fretta per colpa del freddo, o, come detto da qualcuno, perché avvelenato perché non ci sono evidenti sintomi per avvalorare questa ipotesi”. Probabilmente, ha proseguito, “non è stata eseguita correttamente l'operazione di slegatura della pianta una volta arrivata a Roma, procedura, questa, di estrema delicatezza perché c'è il rischio di rottura dei rami. Ecco, a mio giudizio, e senza accusare nessuno, la causa di quel che è successo va ricercata in questa fase“.

Indagine interna

Virginia Raggi, però, vuole vederci chiaro, considerato anche il costo di 48 mila euro sostenuto dal Comune per acquistare l'abete moribondo. La sindaca, secondo Il Messaggero, ha, così, deciso di chiedere una “rilevazione tecnica urgente” al Servizio Giardini. “Una sorta di indagine interna che dovrebbe ricostruire la catena di errori che ha trasformato il fusto verdeggiante ben piantato nella Valle di Fiemme nell’abete scheletrico e mesto che sbuca davanti alle scalinate del Vittoriano”. La prima ipotesi è che “lungo il viaggio Spelacchio sia stato coperto solo parzialmente, lasciando la chioma senza protezione. Per questo il grosso degli aghi sarebbe venuto giù”. Se così fosse il Campidoglio potrebbe “chiedere di applicare una penale alla ditta che si è occupata del trasporto e del montaggio al prezzo di 48 mila euro ”.