Simonetta D'Alessandro, il giudice che indagò sul clan Spada

Sarebbe stato un malore improvviso a provocare la morte di Simonetta D'Alessandro, magistrato fra i più noti del Tribunale romano di Piazzale Clodio e con una lunghissima carriera nella magistratura italiana. A dare la notizia della sua scomparsa è stato suo figlio che, per alcune ore, ha tentato inutilmente di contattarla. I Carabinieri, allertati dall'uomo, hanno fatto irruzione nell'appartamento assieme ai Vigili del fuoco, trovando il corpo del giudice D'Alessandro privo di vita senza che, tuttavia, vi fosse alcun segno di effrazioni. Il medico legale, successivamente, ha confermato che il corpo non presentava alcun segno di una possibile aggressione, fornendo quindi la versione del malore.

Le inchieste

Nata a Foggia e laureata a Pavia, Simonetta D'Alessandro ha svolto per decenni la professione di giudice, gestendo fra gli altri casi come l'arresto di 32 membri della famiglia Spada (la cui ordinanza fu firmata da lei stessa) nel gennaio scorso, ma anche altre vicende nell'ambito della corruzione e del terrorismo. Fra le inchieste seguite, anche quella relativa alla morte del banchiere Roberto Calvi, avvenuta a Londra il 18 giugno 1982. Nel contesto romano, oltre all'inchiesta sul clan Spada, il magistrato ha seguito una tranche della maxi inchiesta su Mafia Capitale, in particolare sull’assegnazione dei lavori in alcuni campi nomadi, firmando 13 rinvii a giudizio. Da alcuni mesi era presidente della X sezione penale del tribunale.