Sgombero terminato, Raggi: “Mai più ghetti”

E' terminato in via della Tenuta Piccirilli, in zona Tiberina, lo sgombero dell'insediamento rom  “Camping River”, inizialmente sospeso da un provvedimento d'urgenza della Corte europea dei diritti dell'uomo. 

Operazioni

Dalle prime ore della mattina agenti della Polizia Roma Capitale e assistenti sociali hanno offerto soluzioni alloggiative alternative ai residenti del campo rom, nel quale vivevano circa 150 persone. Alcune fonti, citate dall'Agi, hanno parlato di operazione di “assistenza sociale” riferendo che finora “20 persone hanno accettato l'offerta di accoglienza presso le strutture del sistema allestito dai servizi sociali”. L'ordinanza di chiusura firmata la scorsa settimana dalla sindaca Raggi parla di motivi sanitari alla base della chiusura del villaggio. Proprio su questa motivazione ha fatto leva l'accelerazione delle operazioni di smantellamento, nonostante la sospensiva della Cedu fosse in vigore sino a domani. 

La querelle

Il ricorso alla Corte era stato presentato da tre residenti e sostenuto dall'Associazione 21 luglio, attiva nella tutela dei diritti di rom, sinti e camminanti. Ieri, durante un vertice tra la sindaca Virginia Raggi e il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, il titolare del Viminale ha garantito il supporto del governo all'operazione. 

La sindaca

“La legalità e la tutela dei diritti delle persone. Con questi principi saldi prosegue la nostra azione per il superamento dei campi rom: da oggi, il Camping River chiude – ha commentato la sindaca Virginia Raggi -. Da questa mattina 180 agenti della Polizia Locale e i colleghi della Polizia di Stato sono a lavoro per liberare l'area del campo che, per problemi igienico-sanitari, stava mettendo a rischio la salute degli stessi abitanti. Altri nuclei familiari, dopo quelli che hanno già accettato negli ultimi mesi si stanno ora trasferendo presso le strutture di accoglienza di Roma Capitale: continuiamo a mettere a loro disposizione soluzioni che consentono alle famiglie di restare unite. Sempre più persone, inoltre, stanno chiedendo ai nostri operatori informazioni riguardo le misure di inclusione abitativa e lavorativa, e i rientri volontari assistiti nei Paesi di origine. E' inaccettabile continuare a finanziare luoghi come questi dove si favorisce la ghettizzazione e, soprattutto, dove le condizioni di vita non tutelano i diritti di bambini, donne e uomini”.