Roma prepara l'ultimo saluto a Giorgio Rossi

Cinquantacinque anni non si dimenticano, specie se vissuti dentro lo spogliatoio in tutto e per tutto. Per Roma e per la Roma Giorgio Rossi è stato semplicemente questo: lo spogliatoio giallorosso. Sapeva come trattare i calciatori, i loro pregi e i loro difetti, conosceva la loro miglior dote e il lato peggiore del carattere, come tranuiqillizzarli e come consigliarli nei momenti difficili. Tutto in un solo uomo che, per oltre mezzo secolo, è stata forse la vera colonna portante dentro Trigoria. Il mitico massaggiatore, da circa 6 anni in pensione, è scomparso questa notte a 88 anni ma il suo ricordo non potrà mai uscire dai pensieri dei tifosi romanisti, anche dei più giovani. Dal 1957 al 2012, attraverso allenatori, presidente, intere epoche calcistiche, tutte diverse ma vissute con la stessa abnegazione, da padre a nonno di tutti, calciatori, allievi, colleghi di staff.

Il tributo dell'Olimpico

Domani, alle 15.30, Roma rivolgerà l'ultimo saluto allo storico massaggiatore nella chiesa di San Giovanni Bosco, vicino Cinecittà, per tributare l'omaggio dovuto a un uomo che, nel mondo del calcio italiano, ha guadagnato il rispetto di tutti, nonostante il suo ruolo non fosse certo di primo piano a livello mediatico. Particolarmente commovente fu il suo addio alla professione nel 2012, quando l'allora dg Baldini e i tre giocatori più rappresentativi, Francesco Totti, Daniele De Rossi e Simone Perrotta, gli consegnarono una targa di ringraziamento accompagnata da un applauso infinito di tutto lo Stadio Olimpico. Ogni calciatore, tecnico o dirigente passato da Trigoria in quei 55 anni lo ha conosciuto, e nessuno ha mai potuto fare a meno di riconoscere la sua competenza, la sua professionalità ma, soprattutto, l'importanza della sua figura, a livello umano ancor prima che professionale.

La carriera

Durante la sua carriera ha conosciuto momenti di splenodre e di buio, conquistato due scudetti, 9 Coppe Italia, due Supercoppe italiane e anche una finale di Coppa dei Campioni e un'altra di Coppa Uefa. Trionfi belli, dei quali è stato artefice un po' anche lui, figura essenziale all'interno dello spogliatoio, anche in età avanzata. Un papà e un nonno, come lo ha definito Daniele De Rossi al termine del poco fortunato match col Bologna, una partita che la Roma ha giocato con la fascia di lutto e che avrebbe voluto dedicare a Giorgio Rossi in caso di vittoria. Ci saranno altre occasioni, domani sportivi e tifosi gli rivolgeranno l'ultimo saluto consci che, con lui, se ne va un pezzo di storia della società giallorossa.