Rissa tra residenti e migranti al Tiburtino Terzo: eritreo accoltellato

Tensione nella notte al Tiburtino Terzo, quartiere della periferia orientale di Roma, dove un gruppo di residenti ha affrontato i migranti ospiti del centro di accoglienza di via del Frantoio in una vera e propria rissa che le forze dell’ordine hanno sedato a fatica. Secondo la prima ricostruzione dei carabinieri, intervenuti sul posto, tutto sarebbe nato dalla richiesta di chiarimenti da parte di una mamma a un eritreo di 40 anni accusato di aver lanciato dei sassi contro un gruppo di ragazzini. La lite è sfociata presto in un “tutti contro tutti”, con la donna spalleggiata da altri abitanti del quartiere e i migranti decisi a fronteggiarli. I militari sono riusciti a separare non senza fatica i contendenti ma ad avere la peggio è stato proprio l’eritreo, ferito con un’arma da taglio alla schiena. L’immigrato al termine della rissa è stato ricoverato: è stato colpito a un rene ma è fuori pericolo.

La scintilla

Tutto sarebbe cominciato intorno alle 22 di martedì quando l’eritreo, per motivi ancora tutti da chiarire, avrebbe lanciato dei sassi contro alcuni bambini che giocavano in strada, senza colpirli. Uno di loro, tornato a casa, ha raccontato l’accaduto e la madre, probabilmente accompagnata da altri genitori, ha deciso di andare a chiedere spiegazioni del suo comportamento all’uomo. In breve tempo la discussione è degenerata, la “temperatura” è salita pericolosamente e ben presto a sostegno della donna sono arrivati altri abitanti del quartiere, una cinquantina. Inevitabile a quel punto un mega parapiglia, sedato solo dall’intervento dei carabinieri di Santa Maria del Soccorso aiutati dai colleghi di Monte Sacro e dalla Squadra mobile della Polizia. Sul terreno è rimasto l’eritreo, ferito non si sa da chi e con che cosa: dovranno accertarlo le indagini subito avviate.

Inchiesta per tentato omicidio

La Procura di Roma ha aperto un’inchiesta sul ferimento. Il pm che si occupa del caso, Alberto Galanti, indaga per tentato omicidio. A breve disporrà la nomina di un interprete per ascoltare la vittima che non parla italiano. Dalle indagini dei carabinieri è anche emerso che l’eritreo era una ‘vecchia conoscenza’ di Tiburtino III: nessun atteggiamento violento o minaccioso, ma dei comportamenti strani, bizzarri, indicativi di una qualche forma di disagio, come la raccolta compulsiva di mozziconi di sigarette gettate in strada. Il rifugiato, che secondo la Croce rossa di Roma non era ospite del Presidio, in passato era stato anche in un Centro a Cosenza, ma il prefetto della città calabrese gli aveva revocato le misure di accoglienza anche perché se ne allontanava spesso. Ieri sera avrebbe lanciato alcuni sassi contro un gruppo di ragazzini, forse – è una delle ipotesi – in reazione a una presa in giro.