Rimosso il funzionario che registrò la figlia di due padri

Ad aprile aveva registrato una bambina, nata in Canada con l'utero in affitto, come figlia di due padri. Oggi, quel funzionario del Comune di Roma dovrà preparare gli scatoloni perché è stato rimosso dal suo incarico di capo dell'ufficio Atti esteri. Ne dà notizia Il Messaggero, sottolineando che in molti, all'interno degli uffici dell'anagrafe, sostengono che “il funzionario paghi lo scotto” per la decisione arbitraria, cioè presa senza consultare il sindaco, di aver registrato la bambina come figlia di una coppia omosessuale. Già a maggio il Campidoglio ed altri ufficiali dell'anagrafe avevano dimostrato di avere una posizione sul tema non in linea con quella di questo funzionario appena rimosso. Una coppia di donne si era recata all'anagrafe per registrare come loro figlia una bambina, ma gli ufficiali negarono loro la richiesta, rilasciando alla coppia un certificato recante solo il nome della madre biologica. “Roma sembra incredibilmente tenere alla deriva, da questo punto di vista – commenta su Facebook Filippo Savarese, responsabile italiano di CitizenGo -. Verrebbe da pensare che i dirigenti generali dell'anagrafe siano persone con la testa sulle spalle. La rimozione del funzionario, peraltro, segue di poco la richiesta di chiarimenti rivolta al Comune da Simone Pillon, a cui il Campidoglio rispose prendendo le distanze dalla forzatura illegittima”.

E proprio il senatore Pillon, della Lega, ha salutato con favore la notizia della rimozione del funzionario. “L'aria sta cambiando – scrive su Facebook -. Il clima culturale e politico spinto con forza dall'onda lunga del Family Day sta portando frutti. Due settimane fa avevamo denunciato la situazione insieme agli amici di CitizenGo. Dopo le nostre richieste i dirigenti avevano risposto prendendo le distanze dalla trascrizione. Ora arriva la notizia che il Comune di Roma ha cacciato il funzionario che aveva trascritto un atto di nascita di una bambina come se fosse figlia di due padri, avallando così la delittuosa pratica dell'utero in affitto. Le Procure di mezza Italia stanno indagando su questi abusi. I sindaci creativi sono avvertiti. Chi viola la legge va a casa. O in galera a seconda dei casi. I bambini non si comprano, non si vendono e non si regalano. I bambini hanno diritto a crescere con la loro mamma e il loro papà”.