“Raggi era eleggibile”, respinto il ricorso contro il codice etico M5s

Il contratto firmato da Virginia Raggi, che disponeva una penale di 150 mila euro in caso di violazione del codice etico del Movimento 5 Stelle, non è nullo e, di conseguenza, l’attuale sindaca di Roma poteva essere eletta. Il Tribunale civile della Capitale (I Sezione) ha respinto il ricorso con cui l’avvocato Venerando Monello chiedeva l’accertamento dell’invalidità del negozio giuridico sottoscritto dalla prima cittadina e, di conseguenza, l’annullamento della sua elezione.

La decisione

Secondo i giudici la domanda di ineleggibilità della sindaca “va rigettata non ricorrendo alcuna delle ipotesi di ineleggibilità previste dalla legge né essendo ipotizzabile una interpretazione estensiva ed analogica delle stesse”. La domanda di nullità del cosiddetto codice di comportamento M5s, invece, – “va dichiarata inammissibile poiché il ricorrente in quanto soggetto estraneo al Movimento 5 Stelle e non sottoscrittore dell’accordo non è portatore di un concreto interesse ad agire, giacché dalla rimozione del vincolo non potrebbe derivarne alcun effetto nella sua sfera giuridica”.

Soddisfazione

Per Raggi finalmente una buona notizia in un periodo non facile, iniziato con le difficoltà nella composizione della giunta, proseguito con l’arresto del fedelissimo Raffaele Marra, e culminato con il crollo negli indici di gradimento dei romani (è penultima tra i sindaci italiani).
“Tanto rumore per nulla – ha commentato sul blog di Beppe Grillo -. Dopo la batosta elettorale a Roma, il Pd ne subisce un’altra in Tribunale. Il giudice non ha accolto la richiesta con la quale i dem cercavano di ribaltare il risultato delle urne che ha visto il M5s vincere. Speravano di rendere nulla la nostra vittoria, paragonando la stipula del Codice di comportamento del M5s ad un accordo di una associazione segreta. Non sanno più cosa inventare. Il problema è che non riescono ad accettare la sconfitta ed il fatto che stiamo riportando la legalità. Quando abbiamo vinto le elezioni, abbiamo assicurato che avremmo rispettato gli impegni con i cittadini. Questo è lo spirito del M5s. L’impegno l’abbiamo preso con voi e lo rispetteremo sempre“.

Il contratto

Il contratto oggetto della disputa giudiziaria impegna gli eletti a consultare sempre il garante del Movimento, cioè Grillo, per ogni decisione cruciale dell’amministrazione e di seguire le linee etiche del Movimento. Pena 150mila euro, la “quantificazione del danno all’immagine che subirà il M5s in caso di violazioni”. Soldi che verranno dati in favore “di un Ente che opera a fini benefici” scelto dalla Casaleggio Associati.