Pontida, Salvini parla già da premier: “Cancelleremo le riforme del Pd”

In una Pontida gremita da 50 mila persone, giunte da tutta Italia con 150 pullman, Matteo Salvini lancia la sfida della Lega. Un partito che il segretario ha rivoluzionato, trasformandolo in una forza politica di respiro nazionale, che aspira a diventare la guida del centrodestra. E questo nonostante l’Alberto da Giussano e il “Sole delle Alpi” che ancora campeggiano nel simbolo. “Dalle Alpi alla Sicilia riprendiamo in mano il nostro Paese” ha detto, infatti, Salvini alla chiusura di un raduno in cui, per scelta dello stesso leader, Umberto Bossi non ha potuto prendere la parola. “Sono abbastanza arrabbiato – ha spiegato il Senatur ai giornalisti – Salvini mi ha detto che non voleva farmi fischiare. Ma è un segnale che devo andarmene via”.

Un intervento dell’ex segretario, del resto, avrebbe rischiato di minare l’immagine di un partito unito, dando voce ai vecchi proclami leghisti, a partire da quelli indipendentisti. “Ho imparato molto da chi è venuto prima di me – ha spiegato Salvini facendo implicito riferimento a Bossi -. Se siamo qua oggi è perché la Lega ha radici profonde, e ringrazio chi prima di me ha avuto onere e onore di essere segretario di questo meraviglioso movimento“.

Nel suo comizio, Salvini si è detto certo della vittoria alle prossime elezioni e, in barba a ogni scaramanzia, ha illustrato il programma del governo che guiderà in veste di “presidente del Consiglio“. “Quando andremo al Governo, daremo mano libera a uomini e donne delle forze dell’ordine per darci pulizia e sicurezza – ha sottolineato -cancelleremo la legge Mancino e la legge Fiano, le idee non si processano, queste cose si facevano in Urss”. Secondo Salvini quelli del centrosinistra “si comportano come il regime negli anni Venti che imbavagliava” gli oppositori. Il segretario della Lega ha scandito il suo discorso chiedendo il consenso della base sul pratone (“Sì o no?”) per cancellare, se andrà al governo, tutte le principali riforme dei governi precedenti, a partire da quelle del Pd. L’elenco comprende la legge Fornero, il Jobs Act, la Buona Scuola e le norme sull’obbligatorietà dei vaccini.

 

Il leader della Lega ha ribadito di lavorare a una “alleanza seria e compatta” come quella che ha vinto alle ultime Comunali. “Ma – ha aggiunto – non voglio più vedere i poltronari di professione alla Alfano, sia chiaro a Berlusconi e alleati”.