Propaganda gender nei corsi di aggiornamento per maestre d’asilo

A Roma scoppia un nuovo caso legato alla “colonizzazione ideologica” della propaganda gender. Sul quotidiano di Maurizio Belpietro “La verità” è stata pubblicata un’inchiesta secondo la quale “durante i corsi di aggiornamento per le educatrici delle scuole dell’infanzia del Comune di Roma sono state introdotte teorie gender che definiscono il binarismo sessuale maschio-femmina un ‘rigido stereotipo’. Il caso – spiega Massimo Gandolfini, presidente del comitato promotore del Family day – è stato sollevato dalle stesse maestre presenti al corso e che ora si ribellano come le migliaia di famiglie che, in diverse parti d’Italia, hanno visto calare dell’alto queste proposte ideologiche. Il caso di Roma – prosegue Gandolfini – risulta ancora più grave, se si considera che lo stesso Ministero dell’Istruzione ha bloccato le linee guida sull’educazione contro le discriminazioni di genere, in attesa di chiarire i punti più controversi con le rappresentanze delle famiglie. Queste sortite in avanti delle amministrazioni locali non hanno quindi alcuna cornice normativa nazionale e si basano solo sulle consulenze di noti professionisti vicini al movimentismo lgbt, per questo è necessario che anche sui tavoli dei Comuni e delle Regioni siano rappresentate le istanze delle associazioni familiari” conclude Gandolfini.

Una posizione condivisa da Jacopo Coghe, presidente di un’altra associazione, “Generazione famiglia”, componente del direttorio del Family day: “L’inchiesta pubblicata oggi conferma quello che denunciamo da tempo, ovvero il tentativo di colonizzazione ideologica di tutte le agenzie educative italiane. I soliti nomi che animano questi programmi educativi, che presentano l’identità sessuata dei bambini come uno stereotipo, sono collegati anche a questa vicenda. Chiediamo al sindaco Virginia Raggi che fermi subito il programma di indottrinamento delle maestre delle scuole dell’infanzia romane e di essere ricevuti ufficialmente, per aprire un confronto con le associazioni delle famiglie che sono escluse da qualsiasi mediazione sulle proposte educative rivolte ai piccoli alunni dei nidi e delle materne”.