Petizioni e voto online, arriva la delibera M5S. Marzano: “Avviciniamo i cittadini alle scelte”

Bilancio partecipativo, referendum senza quorum e, soprattutto, petizioni online, in nome della più basilare interpretazione trasparente dell’amministrazione comunale da parte del Movimento 5 Stelle. Una vera e propria rivoluzione, come annunciato dai pentastellati che, a un anno dalla scomparsa di Gianroberto Casaleggio, intendono presentare una delibera che possa applicare un principio di democrazia diretta da lui fortemente sostenuto, per arrivare al quale potrebbe essere persino modificato lo Statuto di Roma Capitale: “E’ il modo giusto per onorare la sua memoria – hanno spiegato il deputato M5S, Riccado Fraccaro, e il consigliere Angelo Sturno -. La democrazia diretta è ferma a Roma da 23 anni: con questa delibera ci sarà una rivoluzione. Vogliamo passare da Mafia Capitale alla capitale della democrazia diretta”.

Responsabilizzare i cittadini

L’obiettivo dichiarato è “avvicinare i cittadini alle scelte”, attraverso l’utilizzo delle “nuove tecnologie”. Nello specifico, la piattaforma utilizzata sarebbe la “Rousseau” (il portale riservato agli iscritti M5S, considerato una sorta di eredità di Casaleggio) ma la tappa più urgente da raggiungere riguarda l’inserimento del sistema di petizioni telematiche nello Statuto capitolino che, a detta dei consiglieri pentastellati, rappresenterebbe una ventata di democrazia diretta: “Questi strumenti – ha sottolineato il deputato Fraccaro – hanno effetti immediati: il primo è che la democrazia diretta non garantisce decisioni giuste come non le garantisce quella rappresentativa, ma la cosa più importante è che garantisce la responsabilizzazione dei cittadini, che è l’unico modo che una società ha per crescere; il secondo effetto è che verranno prese decisioni consapevoli e non più frutto del mal di pancia del momento”.

Ironia Pd

Eppure qualche punto di discordo si è segnalato fra l’opposizione, primi fra tutti fra i consiglieri del Partito democratico, tra i quali Stefano Esposito, che ha ironizzato definendo la questione “un pesce d’aprile in ritardo”. In particolare, a sollevare dubbi dalle parti dem, sono le questioni relative alla candidatura genovese di Marika Cassimatis, vincitrice delle comunali ma “scomunicata” da Beppe Grillo e, successivamente, ricorsa in Tribunale contro la vittoria di Luca Pirondini: “Democrazia diretta come a Genova – ha detto Esposito -, dove i voti dei militanti sono stati cancellati da Grillo perché non piaceva la candidata?”. E, sulla stessa questione, ha rimarcato anche la deputata Bonaccorsi: “Dopo Genova sentire i 5 stelle parlare di democrazia diretta è ridicolo… Vogliono consegnare definitivamente la vita della Capitale al controllo della Casaleggio associati? Altro che democrazia diretta, cercano il controllo diretto”. A ogni modo, i consiglieri grillini usano anche altri toni, definendo lo strumento di petizione online non solo come mezzo per la costruzione di un modello democratico ma anche per rendere i cittadini sempre più responsabili nelle scelte per la propria città: “Quando i cittadini potranno dire la loro – ha spiegato l’assessore a Roma semplice, Flavia Marzano – sono certa che capiranno. Per questo noi stiamo lavorando e sono tanti anni che combatto perché i cittadini siano autorizzati a partecipare”.