Parnasi andrà ai domiciliari

Lascerà il carcere Luca Parnasi, il costruttore romano titolare del progetto del nuovo Stadio della Roma, per il quale è stata disposta la detenzione agli arresti domiciliari. Lo ha stabilito il gip del Tribunale di Roma, Maria Paola Tomaselli che, dopo aver ricevuto il parere favorevole della Procura, ha firmato il provvedimento che, pare, sia basato sulla collaborazione di Parnasi nel corso del secondo interrogatorio, durante il quale l'imprenditore ha ammesso ai magistrati di aver pagato tutti i partiti politici. A tale ammissione, l'imprendiore aveva fornito come spiegazione il fatto che “sono i politici a cercarti per essere finanziati, e se non lo fai sei fuori dai giri che contano”. Parnasi era in stato di detenzione in carcere dallo scorso 13 giugno, accusato di aver accelerato i tempi per l'approvazione del progetto attraverso un sistema di corruzione definita “sistemica” dal gip. I legali di Parnasi, già dopo il primo interrogatorio, avevano sottoposto al Tribunale la richiesta di assegnazione dei domiciliari seguita, poco dopo, da un'altra istanza. Entrambe erano state rigettate poiché non emersi elementi sufficieni a modificare la misura della detenzione.

Il colloquio coi pm

Ora, in virtù del colloquio con ammissione avuto coi magistrati, la situazione è cambiata: “Le dichiarazioni rese – ha scritto il gip nelle sue motivazioni al provvedimento – hanno attenuato la probabilità di inquinamento probatorio, anche se permane la possibilità di reiterazione del reato”. Undici ore era durato l'interrogatorio di Parnasi con il procuratore aggiunto Paolo Ielo e il pm Barbara Zuin: in quell'occasione, il costruttore ha spiegato di aver erogato soldi a tutti i partiti, ammettendo anche richieste di consulenze e incarichi (per un totale di 100 mila euro) per l'ex presidente di Acea, Luca Lanzalone, che seguiva per conto del Comune la trattativa sulla modifica del piano. Lanzalone, coinvolto nell'inchiesta della Procura di Roma, aveva immediatamente rassegnato le proprie dimissioni dalla presidenza di Acea e si trova ora agli arresti domiciliari con l'accusa di corruzione.