Parco archeologico del Colosseo, Bergamo: “Logica che non condivido”. E al Pantheon arriva il biglietto

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Il decreto ha appena 24 ore, eppure la nuova organizzazione del Colosseo, il quale verrà a breve trasformato in un parco archeologico, assieme all’area del Foro romano, del Palatino e alla Domus aurea, sta già facendo discutere. A esprimere il proprio dissenso, in particolare, è stato l’assessore alla Cultura e vicesindaco di Roma, Luca Bergamo, in disaccordo con la decisione del ministro ai Beni culturali, Dario Franceschini, di rendere autonoma la gestione dell’area (la quale rientrerà sotto una nuova Soprintendenza) e di inserire la figura di un direttore-manager: “Mi auguro di parlare con il ministro nei giorni a venire – ha spiegato il membro di giunta in un post apparso su Facebook – per discutere quali correttivi possano essere adottati per mitigare i probabili effetti negativi della decisione. Sono convinto che la scelta sia infelice”.

Nell’ambito dello stesso post, l’assessore si è soffermato sui vari aspetti della questione, dalla decisione di affidare la principale attrazione turistica romana a un organo indipendente, alla questione dei ricavi, dando parere negativo sulle modalità adottate dal ministro: “Affidare a un gestore la good company, la macchina che attrae e macina ricavi, e  il resto a un altro (oggi parente povero) non motiva il primo a sviluppare una strategia di gestione capace di creare valore sul resto. Anzi, è facile prevedere una certa competizione, mentre la valorizzazione del patrimonio di Roma richiede una programmazione integrata”.

Non solo questioni legate all’aspetto culturale, ma anche divergenze di vedute sul lato gestionale: “La scelta annunciata risponde a una logica che non posso condividere: considerare il Colosseo e i Fori come una macchina a prevalente servizio di un’offerta che, purtroppo, asseconda il consumo mordi e fuggi del turismo a Roma. Se Parlamento e ministro avessero avuto meno fretta, avremmo potuto esplorare strade nuove per dare consistenza allo statuto di Capitale su questo tema”. Nel suo commento, il vicesindaco parla, ad esempio, della possibilità di costituire “un organo unitario investito della tutela e della valorizzazione sull’intero territorio di Roma, nel cui seno costituire un ramo dedicato alla gestione del parco archeologico”. Una soluzione che, almeno per il momento, resterà da parte.

Eppure, le iniziative del ministro Franceschini sulla Capitale non si sono fermate: dopo il Colosseo, infatti, tocca al Pantheon, l’ex tempio edificato da Marco Agrippa, trasformato in chiesa nel 609 d.C. da papa Bonifacio IV. L’intenzione è di regolamentare l’accesso al suo interno, attraverso l’installazione di una biglietteria: “Il Pantheon fa 7 milioni di visitatori l’anno, ha costi di manutenzione e di gestione e credo che debba avere un biglietto d’ingresso, magari anche basso”. Le maggiori riserve riguardano il suo status di luogo di culto, ma il ministro resta ottimista su questo punto, affermando come “siano a buon punto i rapporti con la Chiesa. E’ necessario far convivere la visita dei turisti a pagamento con le celebrazioni per i fedeli e in questo senso ci sono già delle esperienze in Italia”.