Metro C, 25 indagati a rischio processo

Nemmeno il tempo di celebrare l'apertura dell'importante collegamento di San Giovanni che la Metro C di Roma finisce si trova a fare i conti con la chiusura delle indagini della Procura di Roma relative ai lavori: in 25 rischiano il processo per reati che vanno dalla truffa al falso e alla corruzione. L'attenzione degli investigatori, in particolare, si è concentrata su 320 mila euro di fondi pubblici i quali, secondo quanto ipotizato, sarebbero stati “un regalo” a imprese private. In mattiata, la Procura ha ordinato perqusizioni nella sede di Metro C tra il Campidoglio e il complesso di uffici di Roma Metropolitane (società gestita in toto dal Comune di Roma). Aumentato considerevolmente il numero delle persone iscritte nel registro degli indagati che, dalle 12 iniziali, sono ora per l'appunto 25. Tra questi, anche l'ex sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e alcuni funzionari della sua amministrazione e di quella successiva guidata da Ignazio Marino, dagli ex assessori alla Mobalità Antonello Aurigemma (Alemanno) e Guido Improta (Marino) fino a Ercole Incalza, ex dirigente del Ministero delle Infrastrutture, oltre ad altre persone di Metro C e Roma Metropolitane, ricoprenti incarichi all'epoca dei fatti.

I versamenti

Sono due le ipotesi di illecito contestate dalla Guardia di Finanza, la prima delle quali riguarda il pagamento di 230 milioni, ritenuto dagli investigatori ingiusto per Metro C poiché “non dovuto”. Un pagamento risalente al 6 settembre 2011 e che avrebbe tratto in inganno, secondo gli inquirenti, anche il Cipe (il quale lo autorizzò). Il secondo riguarda l'erogazione di altri 90 milioni nuovamente a Metro C (per un totale di 320 milioni ottenuti), destinati a quanto pare per la prima fase funzionale dei lavori ma, anche in questo caso, ritenuti non dovuti poiché frutto di un accordo illecito precedente.

L'ex sindaco

Per quanto riguarda l'ex sindaco, le accuse mosse nei suoi confronti sono di truffa, falso materiale e falso ideologico. Secondo i magistrati, l’ex primo cittadino avrebbe “attestato il falso” in concorso col suo ex assessore Aurigemma, in relazione alla richiesta del direttore della struttura tecnica di missione del ministero dei trasporti, Ercole Incalza, di “esprimersi, anche acquisendo il parere dell’avvocatura del Comune, in merito alla fondatezza delle riserve avanzate in corso d’opera dal contraente generale Metro C ed in relazione alle prospettive di eventuale soccombenza da parte del “soggetto aggiudicatore”.