Mafia Capitale, il legale di Buzzi: “La Procura ha sprecato un’opportunità ritenendolo non credibile”

E’ l’udienza numero 219 del maxi-processo di Mafia Capitale, quella andata in scena quest’oggi e che ha visto tenere all’avvocato Alessandro Diddi, legale di Salvatore Buzzi, l’arringa difensiva nei confronti del Ras delle cooperative, detenuto in regime di 41bis nel carcere di Tolmezzo e al quale sono contestati ben 36 reati (è l’imputato con il più alto numero di capi d’imputazione). Il legale dell’ex presidente della “29 giugno”, nell’aula buker di Rebibbia, ha contestato alla Procura di Roma di aver perso una grande occasione ritenendo Buzzi “non credibile”: “Aveva in mano un reo confesso come Salvatore Buzzi – ha spiegato Diddi – che ha aperto la storia delle corruzioni spiegando come funzionava il mercato degli appalti, come avvenivano le spartizioni a livello politico delle grandi gare e come erano gestiti i rapporti con la Pubblica amministrazione. Lui era pronto a consegnare le chiavi per scardinare un sistema marcio e corrotto ma la Procura ha sprecato questa opportunità liquidandolo come soggetto non credibile”.

“Processo intriso di retorica”

Durante la sua arringa, Diddi ha affondato il colpo in particolare contro il pool Antimafia, evidenziando come “la Procura aveva a sua disposizione un Virgilio disposto a guidarla in questo percorso ma ha preferito andare alla ricerca delle farfalle all’interno della foresta costruendo alla fine, in maniera veramente eccessiva, un mostro di processo che aleggia sotto questo 416 bis”. Il legale ha spiegato che “se non ci fosse stato il reato di associazione di stampo mafioso, questo processo avrebbe occupato le pagine di cronaca locale dei quotidiani. Un processo intriso di retorica che certa stampa mediocre e di basso livello ha saputo cavalcare guidandone l’evoluzione. Perché ormai, i processi si fanno nelle aule di giustizia ma si celebrano anche fuori”.

“Buzzi deve pagare solo per corruzione”

Per il Ras delle cooperative, la richiesta dei pm è stata di 26 anni e tre mesi di carcere, condanna di poco inferiore a quella chiesta per Massimo Carminati (28 anni). E proprio l’ex Nar è stato citato da Diddi, il quale ha definito Mafia Capitale come “un sistema di corruzione marcio e spaventoso, a tutti i livelli. Altro che mafia, altro che Carminati. Mi riferisco anche alla gara Cup, un’operazione di sistema fatta con il presidente della Regione, garante della più grande spartizione politica”. In sostanza, specifica il legale, “Buzzi deve pagare ma solo per corruzione”: un tentativo di ridurre il peso (finora il più importante) dell’accusa per mafia.