Lago di Bracciano, perquisizioni del Noe nelle sedi Acea Ato 2: indagato il presidente Saccani

Un’informazione di garanzia avrebbe raggiunto il presidente di Acea, Paolo Saccani, il quale sarebbe ora indagato per inquinamento ambientale: questo il principale esito del blitz effettuato dai Carabinieri del Noe che, nel primo pomeriggio di oggi, hanno svolto perquisizioni negli uffici dell’Acea Ato 2 di Piazzale Ostiense, procedendo al sequestro di una grossa quantità di documentazione relativa al Lago di Bracciano. Le operazioni sono state disposte dalla Procura di Civitavecchia a seguito di due denunce che sarebbero arrivate nei giorni scorsi in merito alle condizioni di criticità del bacino lacustre, come successivamente spiegato dai militari del Nucleo in una nota stampa, rilasciata al termine delle perquisizioni svolte. In riferimento al reato di inquinamento ambientale, la contestazione riguarda l’articolo 452 quinques del Codice penale, riguardante delitti colposi contro l’ambiente.

Acea, ricorso respinto

Un duro colpo per Acea che, allo stesso tempo, ha visto respinto il suo ricorso nei confronti della decisione della Regione di sospendere i prelievi dal Lago di Bracciano, impugnata dalla multiutility il 25 luglio scorso. Un provvedimento, quello regionale, che secondo la sentenza “non appare inficiato da irragionevolezza, considerato che tutti i Comuni i cui territori sono vicini o confinanti con il lago di Bracciano si sono espressi favorevolmente rispetto ad un intervento”. A tale ordinanza, tuttavia, l’Acea aveva replicato sostenendo che in alcun modo fosse possibile sospendere l’approvvigionamento dal bacino Sabatino senza incorrere nel razionamento del rifornimento idrico della Capitale.

“Misure compensative”

Un muro contro muro quello fra Regione e Acea che, a poco meno di 48 ore dal via allo stop, stenta a trovare una risoluzione. Secondo i giudici del Tribunale che, nelle stesse ore della perquisizione, hanno decretato il respingimento del ricorso, “Acea Ato 2 potrà adottare ‘misure compensative’ per contrastare gli effetti dell’azzeramento del prelievo in contestazione, con ciò volendosi riferire alla possibilità di individuare, eventualmente con l’ausilio delle altre autorità competenti in materia, anche altri rimedi purché compatibili con il veduto divieto di prelievo delle acque di Bracciano”.