La sindaca Raggi in aula come testimone al processo Marra

La prima cittadina di Roma, Virginia Raggi, sarà chiamata a testimoniare in aula nel processo all’ex capo del personale del Campidoglio, Raffaele Marra, e all’imprenditore Sergio Scarpellini, entrambi accusati di concorso in corruzione. I giudici della seconda sezione penale del Tribunale di Roma, nell’udienza mattutina del 30 maggio, hanno deciso di ammettere dieci testimoni a scelta dalle liste presentate dalle difese dei due imputati. Nella lista testi depositata nei giorni scorsi dalla difesa dell’ex capo del personale della giunta Raggi, c’è anche il nome della sindaca della capitale e gli avvocati hanno confermato in aula l’intenzione di chiamarla a testimoniare.

L’udienza del 30 maggio

In aula erano presenti, come nella scorsa udienza, sia l’imprenditore Scarpellini che Raffaele Marra, entrambi agli arresti domiciliari. L’indagine riguarda una somma di denaro di circa 370 mila euro che Marra avrebbe ricevuto da Scarpellini nel 2013. Con la somma acquistò un appartamento nella zona di Prati Fiscali. Secondo il calendario stabilito dal tribunale il 20 giugno sarà dedicato al deposito delle trascrizioni delle intercettazioni, il 22 e il 27 è in programma l’audizione dei testimoni convocati dalla Procura, il 30 giugno sarà la volta invece dei primi cinque testimoni chiamati dalle difese di Marra e Scarpellini. La sindaca Raggi potrebbe presentarsi quindi a fine giugno in aula accompagnata dal suo legale, l’avvocato Alessandro Mancori.

Le accuse di Marra e Scarpellini

Marra e Scarpellini, arrestati lo scorso dicembre, sono accusati di corruzione. Marra, ex braccio destro della sindaca Raggi, avrebbe ricevuto benefici ingenti dal costruttore noto ai più per l’affitto, con contratti molto onerosi, di palazzi di sua proprietà alle Istituzioni italiane. Nel 2013 arriva un pagamento di oltre 367 mila euro, con due assegni, per un appartamento Enasarco acquistato in via Prati Fiscali 258, e intestato a Chiara Perico, la moglie di Marra, attualmente residente a Malta con i figli. Tale somma, secondo i giudici sarebbe una tangente, per la difesa è un prestito. Ma in entrambi i casi, Scarpellini, in sede di interrogatorio, ha ammesso di aver pagato per non scontentare il funzionario del Comune. Secondo gli inquirenti, nel 2009 un appartamento in zona Eur, ottenuto con uno sconto di mezzo milione di euro, viene regalato dal costruttore a Marra, che lo pagò 700 mila euro. Anche se su questo episodio è scattata la prescrizione, ma per i magistrati il favore concesso conferma la situazione delinquenziale nel quale operava il funzionario del Campidoglio.