Il quartiere insorge contro l'arrivo dei rom

Infuria la protesta a Torre Maura, quadrante est della Capitale, dove i residenti hanno manifestato contro la decisione di trasferire cento rom definiti “fragili” all'interno dei locali dell'ex centro di riabilitazione in Via dei Codirossoni. Decine di cittadini si sono riversati in strada, rovesciando cassonetti e dando loro fuoco, sbarrando l'accesso allo stabile e intonando slogan del tenore: “Qui abbiamo tanti problemi, gli zingari non li vogliamo”. Qualcuno arriva addirittura a calpestare i pasti destinati ai rom, con qualcuno ad urlare che meritavano di morire di fame. La situazione nel quartiere si è sviluppata in crescendo: dopo un iniziale sit-in organizzato perlopiù da donne e anziani, il numero delle persone è via via aumentato, arrivando a una piccola folla.

La protesta

Tutte le famiglie trasferite a Via dei Codirossoni arrivano dal centro di Via Toraldo, gestito dal Comune e distante appena tre chilometri. Locali che il Campidoglio si è visto costretto a restituire al proprietario e, per questo, ha optato per il trasferimento in zona delle famiglie, tutte in stato di “fragilità sociale”. Lo stabile in questione era già stato individuato alcuni anni fa come possibile meta di destinazione una volta decaduto l'affitto in Via Toraldo ma, al momento, la questione non è per nulla chiusa: la mobilitazione dei cittadini, infatti, ha spinto il Comune a valutare soluzioni alternative, le quali saranno discusse in sede di consiglio nella giornata di domani. Al fianco dei manifestanti si sono schierati anche gruppi di estrema destra, Forza Nuova in primis: “Ci schieriamo con la gente di Torre Maura – scrive in un comunicato – così come già fatto a Magliana, Montecucco, Massimina, Tiburtino III e Tor Bella Monaca. Siamo pronti a innalzare le bandiere nere e i tricolori dietro le barricate romane che resistono all'invasione e alla sostituzione etnica”.

Situazione tesa

La situazione è tornata solo in parte alla normalità, con agenti in tenuta antisommossa che continuano a presidiare lo stabile e un nutrito gruppo di cittadini che ha piantonato l'entrata per diverse ore, continuanado a ribadire che loro, quelle 75 persone e le loro famiglie, in quel quartiere non li vogliono.