Il Pm: “La Raggi mentì”

Domani arriverà la sentenza del processo per falso in cui è imputata la sindaca di Roma, Virginia Raggi. Un verdetto che deciderà anche le sorti politiche dell'attuale Giunta capitolina

La richiesta della procura

10 mesi di reclusione con la concessione delle attenuanti generiche. Questa la richiesta del pm Francesco Dall’Olio per la sindaca di Roma Virginia Raggi, imputata per falso nel processo sulla nomina di Raffaele Marra. 

La sindaca è isolata

Luigi Di Maio, vicepremier e leader del M5S, ha dichiarato oggi, interpellato sulla vicenda, che in caso di condanna si applicherà il codice etico del Movimento fondato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio. Durante l'udienza di oggi, il procuratore aggiunto, Paolo Ielo ha sostenuto che la sindaca mentì alla responsabile dell'Anticorruzione del Campidoglio sulla nomina a capo del Dipartimento turismo di Renato Marra, fratello di Raffaele, ex capo del personale del Comune di Roma e braccio destro della Raggi all'inizio del suo mandato.

Requisitoria

In aula, il Pm Ielo ha affermato: “La sindaca Virginia Raggi disse il falso sulla nomina di Renato Marra perché con l'allora codice etico vigente del M5S, nel 2016, si sarebbe dovuta dimettere”. Per questo motivo ha chiesto l'acquisizione agli atti dell'allora codice etico del Movimento Cinque Stelle.

La testimonianza della Raineri

Durante l'udienza è stata ascoltata anche Carla Raineri, ex capo di gabinetto della sindaca. Nella sua testimonianza, la Raineri ha detto: “Raffaele Marra non aveva nessuna delega, formalmente era il vice capo di gabinetto ed era il consigliere privilegiato di Virginia Raggi” ma “aveva un fortissimo ascendente sul sindaco per lui erano stati coniati vari epiteti nell'ambiente, come Rasputin, Richelieu, eminenza grigia o sindaco ombra”. La Raineri è poi intervenuta sulla situazione trovata da lei in Campidoglio: “Il ruolo che mi era stato affidato il 4 agosto del 2016, quello di capo di Gabinetto, era in realtà un guscio vuoto perché quelle che avrebbero dovuto essere le mie funzioni erano state sapientemente esportate a Salvatore Romeo e Raffaele Marra, che avevano un ruolo di centralità assoluta”. Secondo l'ex capo di gabinetto, Virginia Raggi non ascoltava che i suoi collaboratori più stretti: “Io ho cercato disperatamente per giorni e giorni di intercettare l'attenzione del sindaco e sollecitare la sua attenzione sui tanti temi che erano sul tappeto. Mi sentivo sempre e solo rispondere; 'Ne parli con il dottor Marra e ne parli con Romeo', con un sovvertimento delle gerarchie perché io avrei dovuto consultarmi con il mio vice Marra e Romeo, all'epoca capo della segreteria politica. A questo si aggiunga l'atteggiamento di questi due personaggi, che si comportavano i maniera arrogante e autoreferenziale forti della centralità che a loro dava il sindaco”.

La risposta della sindaca

La sindaca, presente in aula, ha contestato questa ricostruzione: “La testimonianza di Carla Romana Raineri a me è sembrata surreale e basata su palesi falsità”. “Ho sentito parlare – ha continuato la Raggi – di rapporti a tratti simili a gossip, basati su voci di corridoio e avvenuti nel agosto del 2016”. Una critica poi al comportamento della Raineri: “Oggi capisco che era maldisposta e probabilmente con noi non voleva lavorare”.