I “100 presepi” tornano a Roma: nella Sala del Bramante un connubio tra arte e tradizione

Tutto pronto, nella Basilica di Santa Maria del Popolo, per l’inaugurazione dell’Esposizione internazionale “100 presepi”, organizzata dalla Rivista delle Nazioni e giunta ormai alla quarantunesima edizione. Un appuntamento ormai consueto per la città di Roma che, tuttavia, non cessa di richiamare, ogni anno, un gran numero di visitatori, attratti dalla molteplicità dell’offerta artistica e, nondimeno, dal fascino di un’antica tradizione che ha da sempre contraddistinto il nostro Paese.

La storia della mostra inizia nell’ormai lontano 1976, con il desiderio di consolidare l’usanza, tutta italiana, di raffigurare, ognuno secondo un proprio progetto, la scena della Natività di Cristo la quale, in quegli anni, stava lasciando il posto alla moda dell’addobbo degli alberi di Natale, oggi altrettanto radicata eppure non appartenente alla nostra cultura. La volontà di recuperare e diffondere l’arte presepiale e, con essa, i valori che incarna, è stata la motivazione fondante del primo allestimento della rassegna, la quale ospitò, per l’appunto, 100 diverse rappresentazioni della nascita di Gesù, realizzate con i materiali più disparati. Forse, fu proprio questa diversità tra un’opera e l’altra a decretarne il successo: a quella prima acclamata edizione, ne sono infatti seguite altre 40. E, col passare degli anni, la portata dell’evento ha assunto dimensioni sempre più internazionali, tanto che, le attuali esposizioni, ospitano ogni anno circa 200 nuovi presepi, molti dei quali provenienti da altri continenti.

Un’arte domestica quella del presepe, la quale, pur nella sua semplicità, offre infinite peculiarità: paesaggi sempre diversi, personaggi canonici e altri meno convenzionali, allestimenti semplici, con grotte, pecore e pastori, e altri più articolati, con edifici illuminati, mulini realmente funzionanti e botteghe di artigiani. L’originalità di questa tradizione, risiede esattamente nell’interpretazione che ogni famiglia riesce a darne, prerogativa che, di fatto, rende unica ogni rappresentazione.

L’inaugurazione dell’esposizione 2016, vedrà la partecipazione di mons. Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la vita e Gran Cancelliere del Pontificio istituto Giovanni Paolo II, mentre i bambini della scuola dell’infanzia “Giuseppe Mazzini” realizzeranno un presepe vivente denominato “Ad Amatrice, il campanile scocca la mezzanotte santa”, incentrato sul tema del recente terremoto del Centro Italia. Nel corso della rassegna, che resterà aperta ogni giorno, dal 24 novembre all’8 gennaio, verrà allestita la sezione “Il presepe come gioco”. Un laboratorio per insegnare ai bambini a conoscerlo e, ovviamente, a realizzarlo.