Furbetti del cartellino, licenziata un’impiegata comunale: prima applicazione del decreto Madia

Il decreto Madia contro i furbetti del cartellino non ha tardato a manifestare i suoi effetti anche nel personale facente capo a Palazzo senatorio: il primo provvedimento di sospensione dal lavoro è stato adottato nei confronti di una dipendente comunale impiegata al Campidoglio da oltre trent’anni. La donna sarebbe stata licenziata in quanto sorpresa in un bar di Via della Greca il 20 aprile dove si era recata, secondo quanto da lei stessa riferito, per prendere una camomilla dopo essersi sentita male. Nell’allontanarsi dall’ufficio, però, avrebbe dimenticato di timbrare il badge, risultando di fatto ancora in servizio al momento dell’uscita. Il legale dell’impiegata, Giuseppe Pio Torcicollo, ha già annunciato che effettuerà ricorso.

La versione dell’impiegata

Nel provvedimento di sospensione notificato alla donna, è specificato che il mancato passaggio del badge “rientra nella fattispecie della falsa attestazione della presenza in servizio” e, in virtù di tale prerogativa, la Procura di Roma ha ipotizzato il reato di truffa dopo l’apertura di un’indagine. Secondo quanto riportato nello stesso documento, l’impiegata avrebbe lasciato il proprio ufficio alle 7.59 per recarsi presso il bar dirimpettaio con l’intento, secondo la versione da lei fornita, di rientrare immediatamente. Nel far ritorno al suo ufficio, però, sarebbe inciampata su un marciapiede e, per questo, si sarebbe reso necessario il suo trasporto al pronto soccorso. La donna ha quindi sostenuto di aver commesso una mancanza non intenzionale, tanto più in quanto il suo stato di malessere aveva contribuito a una svista sulla prassi da adottare per allontanarsi dall’ufficio.

Il decreto Madia

Il decreto Madia ha di fatto sostituito quello adottato nel 2015 per sopperire alla pratica della “strisciata” del badge senza fermarsi sul luogo di lavoro, applicando i cosiddetti “licenziamenti lampo” nei confronti dei “furbetti”. Il via libera all’approvazione dei due decreti attuativi della pubblica amministrazione, nei quali si prevedevano nuove regolamentazioni su tempi e ragioni dei licenziamenti, è stato concesso dal Consiglio dei ministri il 19 maggio scorso. La prima applicazione effettiva in Comune è arrivata nemmeno una settimana dopo ma, come detto, la battaglia legale è già stata annunciata: il primo passo, appurare la versione dell’impiegata, assieme alle ragioni dell’allontanamento e del ritardo.