Famiglia usuraia dei Castelli finisce in manette: stupri ed estorsioni verso i debitori

Un vero e proprio sodalizio criminale “in famiglia” quello smascherato dai Carabinieri della compagnia di Velletri, i quali sono riusciti a portare alla luce e a debellare un giro di usura, condito da minacce, ricatti e pestaggi nei confronti dei debitori. Fra le persone a finire in manette, accusate di aver allestito il racket dei prestiti ai fini di estorsione, un intero nucleo familiare, composto da padre, madre e figlio di 18 anni. Il neomaggiorenne è stato sottoposto all’obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria mentre i genitori, assieme ad altre due persone, sono stati arrestati dai militari. Tutti i componenti dell’organizzazione sono residenti nei comuni di Ariccia e Albano Laziale.

Tassi vertiginosi

Dalle indagini dei Carabinieri sono emersi dettagli inquietanti sull’attività criminosa condotta dal gruppo nei confronti di numerose persone che, in forti difficoltà economiche, vi si erano rivolti per chiedere dei prestiti (mirati a soddisfare spese per visite mediche o rette scolastiche), andando incontro a un vero e proprio calvario, con tassi di interesse che, in alcuni casi, hanno toccato la quota del 240%. Durante le perquisizioni, i militari hanno svelato quella che, a tutti gli effetti, può essere considerata una contabilità delle usure effettuate a partire dal 2013 quando, come riportato nelle annotazioni dei libri contabili, l’organizzazione ha incassato non meno di 41 mila euro a fronte di 36 vittime raggirate. Incassi persino aumentati negli anni successivi (58 mila euro nel 2014, addirittura 93 mila nel 2015), con l’ultima cifra registrata di 70 mila euro, riconducibili alle estorsioni dell’anno 2016.

Usura in famiglia

Le redini del banco usuraio, sarebbero state tenute da un uomo di 44 anni di Ariccia, ritenuto peraltro responsabile di alcuni degli atti intimidatori esercitati nei confronti dei malcapitati debitori, tra i quali rientrerebbero anche il reato di violenza sessuale e di lesioni, inflitte a una vittima a cui avrebbe fracassato sei costole in un’operazione di “recupero crediti”. Ad aiutarlo nei retaggi, anche la moglie, di 44 anni, e il figlio diciottenne, oltre alle altre due persone tratte in arresto. Le Forze dell’ordine hanno peraltro accertato l’esistenza di un mercato di spaccio messo in atto dal gruppo, con vendite di dosi di cocaina che, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, sarebbero servite a incrementare gli introiti dovuti all’usura.