COSTI GONFIATI PER LA METRO C: INDAGATO L’EX ASSESSORE IMPROTA

Nuovo scandalo a Roma. Stavolta a finire nel mirino della procura capitolina sono gli appalti per la Metro C, faraonica opera pubblica che negli anni ha visto lievitare i costi in modo esponenziale. I giudici, che da tempo hanno avviato una serie di fascicoli sulle gare d’appalto e sui ritardi nella consegna, hanno disposto una serie di perquisizioni nella sede di Metro C in via dei Gordiani. Gli uomini della Guardia di Finanza hanno proceduto al sequestro di una serie di documenti e faldoni per il procedimento che vede indagate 13 persone tra ex amministratori locali, imprenditori e massimi dirigenti dell’epoca di Roma Metropolitane e Metro C.

Indagato l’ex assessore alla mobilità della Giunta Marino, Guido Improta, l’ex dirigente del ministero dei Trasporti, Ercole Incalza. Per tutti il pm Erminio Amelio ipotizza il reato di truffa aggravata. Nel decreto di perquisizione vengono citati due capi di imputazione. Secondo i pm alcuni indagati “mediante artifici e raggiri inducevano in errore il Cipe quanto all’emanazione della libera autorizzativa del pagamento, lo Stato, la Regione Lazio e il Comune di Roma, enti co-finanziatori della costruzione della linea C della metropolitana di Roma, circa il dovuto pagamento dell’importo di 230 milioni di euro a titolo di ‘somme’ così procurando un ingiusto profitto al General contractor Metro C, in quanto la somma non era dovuta”.

Il capo di imputazione si riferisce al periodo fino al 3 gennaio del 2014. In un secondo episodio ad alcuni indagati si contesta di avere indotto in errore Stato, Regione e Comune di Roma fino al 1 agosto del 2014 quando vennero stanziati 90 milioni di euro, quale “tranche della prima fase funzionali dei lavori”. Secondo l’impianto accusatorio “gli accordi che hanno portato al pagamento delle somme non dovute di 230 milioni e poi dei 90 milioni sono state il frutto non solo di artifici e raggiri circa la consistenza delle riserve” finanziare “ma anche di procedure illegittime e illecite consumatesi negli uffici della amministrazione comunale, segnatamente l’assessorato alla Mobilità e negli uffici del ministero delle Infrastrutture, dove lavorava Incalza”.

A finire nel registro degli indagati anche alcuni amministratori dell’epoca di Roma Metropolitana. In particolare il direttore tecnico Luigi Napoli, il consigliere di amministrazione Massimo Palombi, il responsabile unico del procedimento Giovanni Simonacci, i consiglieri del cda, Luadato e Nardi, il responsabile unico del procedimento Sciotti. Per Metro C finiti nel registro degli indagati sono: il presidente Franco Cristini, l’ad Filippo Stinellis e il dg Francesco Maria Rotundi e il direttore dei lavori Molinari.