Concordato, Raggi: “Vittoria dei cittadini, no ai privati”

Stiamo salvando i posti di migliaia di lavoratori onesti e un'azienda che era e deve restare pubblica”. A meno di 24 ore dall'ok del Tribunale fallimentare al concordato per Atac, Virginia Raggi al Fatto Quotidiano parla di “vittoria dei cittadini. Stiamo raccogliendo i frutti di un lungo lavoro. Abbiamo presentato un piano industriale serio e credibile”.

Operazione salvataggio

La sindaca tiene poi a precisare di non aver chiesto aiuto al governo, nonostante il “sacrificio” del Comune, che darà priorità agli altri creditori, aggiungendo di non aver parlato con Di Maio del concordato, “perché eravamo convinti del nostro piano”. Del resto, osserva, “l'alternativa era il fallimento, che avrebbe comportato la perdita di migliaia di posti lavoro, l'interruzione del servizio. Anche i creditori avrebbero perso i loro soldi”. Quanto ai rilievi dell'Anac sul prolungamento del contratto di servizio fino al 2012, risponde che “abbiamo un rapporto molto sereno e trasparente con Raffaele Cantone. E assieme a lui lavoreremo anche su questo”. Infine, sul referendum di novembre, chiesto dai Radicali, sulla messa a gara del trasporto pubblico, Raggi rimarca che “il privato ce l'abbiamo già a Roma con il Tpl, a cui siamo stati obbligati per legge a lasciare il 20 per cento del servizio, e funziona malissimo. Il Comune di Roma paga regolarmente le imprese, ma i lavoratori ricevono gli stipendi sempre in ritardo. Se questo deve essere il privato…”. Quindi, si schiera “assolutamente per il no“.

A un passo dal default

Al Messaggero, il presidente e Ad di Atac, Paolo Simioni spiega che “la situazione era disastrosa, la società era in gravissima crisi e ne veniva annunciato il fallimento. Dopo il pignoramento dei conti correnti, gli autobus si sarebbero fermati appena consumato il gasolio nei serbatoi“. Guardando ai passi da fare per risanare l'azienda osserva che “l'assenteismo è lo specchio dello scollamento creatosi nel tempo tra l'azienda e i lavoratori, che talvolta ha portato ad un abuso delle tutele previste dalla legge”. Spiega che “a febbraio abbiamo creato una task force per parlare con i lavoratori che presentano i tassi più elevati di assenza, per capirne esigenze e problemi. I risultati, per queste categorie, sono confortanti: dal 30 al 50% di assenze in meno in un trimestre. L'accordo sulla produttività va nella stessa direzione: a parità di risultato produttivo, premieremo chi sarà più presente a lavoro. Sulla legge 104, abbiamo coinvolto l'Inps: se l'istituzione ci darà gli strumenti, faremo la nostra parte”. Quanto poi ai lavoratori che avevano chiesto lavori meno faticosi, spiega che “rimandando gli inidonei a visita, in un anno ne abbiamo riqualificati il 30%, passando da 320 a 200″.

Il prossimo step

La municipalizzata dei trasporti della Capitale gravata da 1,3 miliardi di debiti aveva intrapreso a settembre dello scorso anno l'iter per rimettere a posto i conti. E dopo un primo responso negativo dei giudici all'iniziale piano concordatario, dopo i chiarimenti e le integrazioni richieste, ieri è arrivato l'ok. La parola passa ora ai creditori che nell'assemblea convocata per il prossimo 19 dicembre dovranno votare il concordato. Il piano secondo i giudici è comunque la scelta più “conveniente” per loro, rispetto allo scenario alternativo rappresentato da una procedura di amministrazione controllata