Cintura sospetta in via Stresa, chiuso il traffico

L'intervento degli artificieri dei carabinieri hanno costretto la chiusura del traffico nell'area attorno a via Stresa, in prossimità di via Fani dove si trova il monumento dedicato ad Aldo Moro e agli uomini della sua scorta – Oreste Leonardi, Giulio Rivera, Francesco Zizzi, Raffaele Iozzino e Domenico Ricci – trucidati dai terroristi delle Brigate Rosse nell'agguato di 40 anni fa.

Il ritrovamento

L'intervento del reparto artificieri si è reso necessario dopo che un passante ha segnalato alle forze dell'ordine la presenza di un oggetto misterioso, un cinturone in cuoio contenente degli involucri cartacei. I militari dell'Arma stanno procedendo alle verifiche del caso per accertarsi se l'oggetto contiene esplosivo o no

 

La strada

La segnalazione è arrivata questa mattina alle 8 e 30 ed ha indicato la presenza di questo oggetto sospetto sul marciapiede di via Stresa, strada che fa angolo con via Fani, nel XIV Municipio di Roma. Proprio qui, il 16 marzo 1978, venne rapito il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro da un commando delle Brigate Rosse guidato dal capo militare, Mario Moretti. I terroristi rossi uccisero senza pietà i cinque agenti che formavano la scorta dell'uomo politico democristiano. I brigatisti spararono cento colpi contro i servitori dello Stato e rapirono Moro che fu poi ucciso dopo 55 giorni di prigionia.

L'oltraggio

Nel marzo scorso, proprio in occasione dei quarant'anni dall'attentato, la stele commemorativa era stata imbrattata con scritte inneggianti alle Brigate Rosse realizzate per mezzo di una bomboletta spray. Le indagini delle autorità avevano però portato ad escludere la pista politica del gesto, come inizialmente era stato sospettato. Grazie alla registrazione delle telecamere e all'analisi del traffico telefonico della zona, il Nucleo Investigativo di via dei Selci aveva individuato come responsabile dell'atto un insospettabile autista Ncc, incensurato e privo di legami con l'estremismo politico, che nella propria abitazione conservava ancora i vestiti imbrattati e la bomboletta utilizzata per compiere l'oltraggiosa scritta.