Castel Fusano, in azione tre canadair ma la pineta continua a bruciare

Tre canadair (il primo arrivato dopo un’ora dallo scoppio dell’incendio, come spiegato dalla sindaca Raggi) sembrano non essere sufficienti a domare i tre roghi scoppiati nel primo pomeriggio di ieri, 17 luglio, nella zona di Castel Fusano, sulla Via Cristoforo Colombo. Incendi colossali che hanno letteralmente mandato in fumo almeno 200 ettari di pineta e provocato infiniti disagi non solo nella circolazione (la Colombo è stata chiusa in entrambi i sensi di marcia tra Ostia e l’Infernetto) ma anche nei residenti delle abitazioni vicine, costrette a evacuare per il pericolo portato dalle fiamme. E, quegli stessi roghi, non accennano a fermarsi, continuando a sprigionare fuoco e a impegnare numerose squadre dei Vigili del fuoco, al lavoro per tutta la notte.

Ventiduenne fermato, caccia ai complici

Nella giornata di ieri, la gravità degli incendi aveva spinto la sindaca di Roma a svolgere un sopralluogo sul posto, affermando che la situazione era definibile come “un disastro ambientale” e invocando l’aiuto “del governo e della Regione”. La prima cittadina, inoltre, aveva specificato che, per quanto riguarda la natura degli incendi, “non si esclude nessuna causa”. Nemmeno quella dolosa, dunque: è ancora in stato di arresto, infatti, il 22enne di Busto Arsizio fermato nei pressi della pineta e sospettato di aver provocato volontariamente l’incendio il quale, sospinto dal vento, si è poi propagato arrivando a sviluppare fiamme alte anche 30 metri, oltre che una colonna di fumo visibile da grandissima distanza e che ha costretto i residenti di Ostia a serrare le finestre delle proprie abitazioni. Le Forze dell’ordine, intanto, hanno aperto la caccia ai suoi eventuali complici.

Scenario apocalittico

Nel frattempo, prosegue senza sosta l’azione dei mezzi di soccorso con i due nuovi canadair arrivati alle prime luci dell’alba. I Vigili del fuoco hanno fatto sapere di aver circoscritto la zona degli incendi e che la situazione, al momento, è sotto controllo. I danni provocati alla vegetazione litoranea, però, restano gravissimi, secondi finora solo a quelli provocati dal rogo che, nel 2000, mandò in cenere ben 280 ettari della Pineta secolare di Ostia. Altri 80 furono distrutti dai roghi dolosi del 2008. Per quanto riguarda gli incendi di ieri, la cessazione del vento durante la notte ha impedito una nuova propagazione delle fiamme anche se, in poche ore, il fuoco aveva già contribuito a rendere buona parte del polmone verde del litorale un desolante paesaggio desertico.