Caos Ama, si dimette l'assessore Montanari

Nell'ultimo anno non era mai successo ma, ora, la giunta Raggi torna a perdere un pezzo: l'assessore all'Ambiente del Comune di Roma, Pinuccia Montanari, ha infatti firmato le sue dimissioni per sopraggiunte divergenze a seguito della bocciatura del bilancio 2017 dell'Ama. Un motivo sufficiente per decretare l'addio dell'assessore all'amministrazione capitolina: “Ritengo di fatto del tutto ingiustificata la bocciatura del bilancio – ha detto all'Ansa Montanari – che getta un'azienda che dà lavoro a oltre 11.000 romani in una situazione di precarietà che prelude a procedure fallimentari”. Una versione contestata dall'assessore al Bilancio, Gianni Lemmetti: “Gli allarmismi su Ama sono del tutto infondati e ingiustificati. L'azienda resterà pubblica e va verso un risanamento reale, mettendo al centro il servizio ai cittadini. Escludo categoricamente che Ama abbia bisogno di un concordato o di altre procedure concorsuali. Quando è servito abbiamo avuto il coraggio di intraprendere quella strada. Non è il caso di Ama”.

La situazione

Nonostante l'invito ad andarci cauti, sembra esistere il rischio che la municipalizzata dei rifiuti arrivi a essere messa in liquidazione. Appena un anno fa, arrivava l'approvazione del Progetto di bilancio 2017 da parte del cda di Ama ma, nel corso dei mesi successivi, non c'era mai stato un incontro chiarificatore con il Campidoglio per definire la sua posizione in merito. Ora come ora, l'ultimo bilancio di Ama approvato è quello del 2016, quando chiuse con un attivo di 626 mila euro, e con un debito a 1,7 miliardi, accumulando in soli 12 mesi 60 milioni di debito in più verso in fornitori e 400 milioni verso il Comune. Una situazione che non aiuta, visto anche lo stato di agitazione degli istituti bancari e l'ulteriore stato di tensione portato dall'autoesclusione dalla giunta dell'assessore all'Ambiente, il secondo a dimettersi (per ragioni diverse) dal ruolo.

Pinuccia Montanari è solo l'ultima, in ordine di tempo, ad aver lasciato la giunta Raggi che, fin dall'inizio, ha conosciuto diverse uscite importanti in settori strategici dell'amministrazione, da Gennaro e Minenna, poco dopo l'insediamento, fino a Muraro (sempre in relazione all'assessorato all'Ambiente), Berdini, Colomban, Meloni, oltre al ritiro delle deleghe a Mazzillo e De Dominicis.