Baby spacciatori al Virgilio: i clienti facevano da “palo”

Va verso la chiusura un’inchiesta della procura che riguarda ventidue giovanissimi, di cui otto minorenni, accusati di detenzione ai fini di spaccio in uno dei più prestigiosi licei della Capitale, il Virgilio, iniziata nel 2018.

La baby-gang dello sballo

Sembra non sia cambiato il modus operandi dei pusher dall'inchiesta avviata nel 2016 che aveva disvelato il giro di droghe leggere all’interno del prestigioso istituto di via Giulia. Questa nuova inchiesta, coordinata dalla procura, oltre ad ampliare il giro di marijuana gestito dalla banda, ha scoperto anche una rete di alunni-clienti che facevano da “palo“, ragazzini appena maggiorenni che avvistavano carabinieri e poliziotti e avvisavano i loro amici pusher vantandosi di essere in grado di conoscere le “guardie” anche in borghese. “Quando venite a vendere qui state tranquilli, vi avvisiamo noi…”, si legge in una delle intercettazioni rassicurando i loro coetanei spacciatori dai quali acquistavano marijuana e hashish. Peccato, però, che i cellulari di molti baby-pusher (appena maggiorenni) erano intercettati. L'indagine ha riguardato rete di clienti composta, soprattutto, dagli alunni del liceo nel cuore della Capitale. Una quindicina di ragazzi che si rifornivano sempre dallo stesso gruppo. Una banda che, come scoperto, era così ben organizzata che poteva contare anche su diversi alunni della stessa scuola che facevano da pali. Un giro di droga che non si limita al solo Virgilio. La baby – gang era estremamente “popolare” tra gli studenti di diverse scuole nei quartieri di Monteverde, Prati e Trastevere. Uno spaccato inquitenate sulla “meglio gioventù” capitolina.