Ama, l'esposto dell'ex ad Bagnacani

Si alza la polemica attorno alla sindaca di Roma, Virginia Raggi, a seguito della pubblicazione dei tabulati della registrazione di un colloquio avvenuto il 30 ottobre scorso con l'ex presidente e ad di Ama, Lorenzo Bagnacani, il quale ha presentato un esposto alla Procura (a febbraio il manager era stato licenziato). Secondo le indiscrezioni arrivate da L'Espresso, al dirigente sarebbe stato richiesto dalla prima cittadina di “modificare il bilancio come chiede il socio”, con frasi del tipo “tu lo devi cambiare comunque, anche se ti dicono che la Luna è piatta”. In sostanza, secondo le anticipazioni del settimanale, “la Raggi, scrive Bagnacani ai pm, avrebbe infatti esercitato 'pressioni' indebite su di lui e sull’intero cda dell’azienda, finalizzate a determinare la chiusura del bilancio dell’Ama in passivo, mediante lo storno dei crediti per i servizi cimiteriali”. Quello che la sindaca avrebbe fattto, quindi, sarebbe stato “spingere il manager a togliere dall’attivo dell’azienda crediti che invece erano certi, liquidi ed esigibili”, per “portare i conti di Ama in rosso”.

Gli audio

Secondo L'Espresso, Bagnacani avrebbe allegato le registrazioni ai pm a sostegno delle sue accuse. Tra questi, scrive il settimanale, una audio (che sarebbe stato ascoltato dagli autori dell'inchiesta) in cui la sindaca apparirebbe particolarmente infastidita dalla questione: “Roma è praticamente fuori controllo, i sindacati fanno quel c… che vogliono, i romani si affacciano e vedono la merda. In alcune zone purtroppo è così, in altre zone è pulito e tenete bene… cioè non c'è modo, non c'è modo. Allora… ai romani gli dico sì la città è sporca però vi aumento la Tari: cioè mettono la città a ferro e fuoco altro che gilet gialli”.

La replica del Campidoglio

Sulla questione è intervenuto direttamente il Campidoglio, dal quale è stato spiegato che “il bilancio di Ama proposto dall’ex ad Lorenzo Bagnacani non poteva essere approvato dal socio Roma Capitale e, quindi, dalla Giunta. Il ragioniere generale – prosegue la nota -, il direttore generale, il segretario generale, l’assessore al Bilancio e tutti i dipartimenti competenti hanno certificato l’assoluta mancanza di possibilità di riconoscere il credito inserito nel progetto di bilancio caldeggiato dall’ex ad”. Secondo quanto riferito da Palazzo Senatorio, dunque, “non c’è stata alcuna pressione ma la semplice applicazione delle norme. Inoltre, si sottolinea che più volte nel corso dello scorso anno Roma Capitale ha sollecitato la revisione del progetto di bilancio e delle voci segnalate dagli organi preposti e dal collegio dei revisori dei conti della stessa Ama. L’approvazione di quel bilancio non avrebbe rispettato la legge e avrebbe condotto al pagamento di premi per lo stesso ad, i dirigenti e i dipendenti”.