Allarme siccità a Roma, la Regione ferma i prelievi dal Lago di Bracciano

Se nei primi giorni dell’estate era un’imminente possibilità, adesso è un fatto: a Roma è allarme rosso per quanto riguarda il rischio siccità. Piogge assenti da mesi, terreni inariditi e sedi di incendi colossali, acque scarse e, come ormai da lungo tempo a questa parte, livello del Lago di Bracciano in frettoloso viaggio verso il minimo storico. Una situazione preoccupante, “una tragedia”, come l’ha definita il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti: “Il livello del lago di Bracciano si è abbassato con il rischio di catastrofe ambientale fino a questo evento – ha spiegato a ‘TgCom24’ -. Abbiamo tempo 7 giorni per trovare tutte le possibilità al fine di limitare al massimo il disagio per i cittadini, ma è sbagliato chiudere gli occhi. Il problema c’è ed è grave”. Lo stesso problema che, nei mesi passati, era stato per buona parte attribuito ai prelievi da parte di Acea. E, su questo punto, si è espresso anche il governatore: “Acea – spiega il governatore – preleva dal lago di Bracciano solo l’8% di tutto il fabbisogno e quindi immagino una quantità non importante dell’acqua – aggiunge-. Per ridurre al massimo i disagi, Acea ha stabilito degli orari di eventuale blocco. Sui dati che ha fornito però dovete chiedere a loro”. Nel Lago, dunque, i prelievi sono momentaneamente fermi.

Zingaretti: “Un problema enorme”

Il quadro più preoccupante si è riscontrato, infatti, proprio nel vicino bacino lacustre: “Basta andare con una fotocamera a Bracciano per capire che sta accadendo l’inimmaginabile – ha proseguito Zingaretti -. Far uscire l’acqua dai rubinetti è un diritto ma dobbiamo fare i conti con un problema enorme che è la siccità. Mi piacerebbe invitare qui Donald Trump per fargli capire cosa significa non rispettare gli accordi sul clima”. Un riferimento, quello alla politica statunitense in merito agli accordi di Parigi, che calza non solo con quanto sta accadendo nella torrida estate romana ma anche con gli altri episodi legati al riscaldamento globale susseguitisi negli ultimi mesi, l’ultimo dei quali il distaccamento di Larsen C. Ma, assieme agli sconvolgimenti climatici di dimensioni colossali, c’è anche un’emergenza in atto sul territorio capitolino che non può passare inosservata: “Sarà fatto tutto il possibile – ha detto la sindaca Raggi – per assicurare l’acqua ai cittadini, agli ospedali, ai vigili del fuoco, alle attività commerciali. Mi auguro che Regione e Acea trovino quanto prima una soluzione condivisa. Va fatto quanto necessario per aiutare e tutelare oltre un milione di romani”.

Acea: “Costretti a una turnazione”

Il riferimento della sindaca è alla possibilità che il flusso delle falde acquifere venga ridotto e, di conseguenza, si verifichi un vero e proprio razionamento dell’acqua corrente nelle case dei romani, come spiegato in una nota rilasciata da Acea in risposta allo stop della Regione, definito “unilaterale e illegittimo”: “La drastica riduzione dell’afflusso di acqua alla rete idrica della Capitale ci costringerà, infatti, a mettere in atto una rigida turnazione nella fornitura che riguarderà circa 1.500.000 romani… Acea, comunque, si impegna sin d’ora ad elaborare un piano dettagliato di emergenza che, non appena pronto, sarà messo a disposizione e comunicato capillarmente alla cittadinanza”.