Al via il primo corso di formazione per volontari del carcere

Domani alle 10, presso l’Isola Solidale, in Via Ardeatina, a Roma, parte l’iniziativa “Costruire ponti al tempo della società dei muri”, il primo corso di formazione per gli operatori volontari del carcere. L’evento, che è stato organizzato dall’Isola Solidale, la Fondazione Ozanam e l’associazione Co. N.O.S.C.I., ha ottenuto il patrocinio del Ministero di Grazie Giustizia e della Regione Lazio. Intervengono, tra gli altri, Rita Visini, assessore alle Politiche Sociali della Regione Lazio, Rossella Santoro, direttore del carcere di Rebibbia “Nuovo Complesso”, don Nicola Cavallaro, cappellano del carcere di Rebibbia, il giornalista Orazio La Rocca e Francesco Falleroni, segretario della Fondazione Ozanam. Aprono i lavori Alessandro Pinna, presidente dell’Isola Solidale, e Sandro Limbianchi, presidente dell’associazione Co. N.O.S.C.I.

Il corso si svolgerà in otto lezioni complessive, si concluderà il 22 maggio, è gratuito e al termine verrà consegnato un attestato a tutti coloro che avranno partecipato ad almeno due terzi delle lezioni. Gli incontri avranno come protagonisti alcuni esperti nel campo dell’organizzazione delle strutture carcerarie, del volontariato, della medicina penitenziaria, della salute mentale, della normativa giudiziaria. L’idea di base è quella – attraverso la formazione – di creare un un’osmosi tra le strutture carcerarie e l’ambiente sociale esterno. Proprio per questo i volontari potranno acquisire gli elementi basilari sulla normativa carceraria, sui problemi sanitari e psicologici dei detenuti, sull’organizzazione penitenziaria. Inoltre, i volontari verranno formati per realizzare all’interno del carcere, insieme ai detenuti, alcune attività ludico-espressive. In particolare verrà allestito un Musical, in cui verranno proposti momenti di recitazione, di ballo e di canto oltre che alla realizzazione e all’allestimento dei costumi e delle scene.

“Per la persona autrice di reato – spiega Pinna – è fondamentale che, durante la detenzione, si vengano a creare dei collegamenti con l’esterno in modo da rendere più facile il reinserimento nell’ambiente una volta terminata la pena. In tale contesto i volontari possono dare un contributo determinante per costruire il collegamento carcere-territorio, ma siamo convinti che, prima di svolgere la propria opera in contatto con i detenuti, debbano essere formati e organizzati adeguatamente. Ed è proprio questa la finalità del nostro corso di formazione nella convinzione che il volontariato è efficace ed utile quando alla base c’è una profonda ed adeguata formazione”.