Aggressione di Piazza Cavour, prime ordinanze di custodia: arrestati in 7, fra i quali 3 minori

La vicenda risale allo scorso 14 ottobre: un gruppo di ragazzi, senza nessun apparente motivo, avvicina un sedicenne in Piazza Cavour, proprio di fronte l’entrata del “Palazzaccio”, sede della Corte di Cassazione. Improvvisamente, la violenza: gratuita, inaudita, con coltelli, caschi e bottiglie, fino a far scorrere del sangue. Una routine, a quanto pare, per la piazza, punto di ritrovo di differenti fazioni giovanili, con divergenze politiche, sociali e culturali, che qui si danno appuntamento per risolvere questioni o stabilire supremazie. Il videco-choc dell’accaduto, in breve, aveva fatto il giro del web, suscitando indignazione e spingendo le Forze dell’ordine ad aprire un’indagine per far luce sulle cause scatenanti.

Il minore vittima dell’aggressione, il quale riferì di essere stato picchiato senza nessun motivo, era stato ricoverato presso l’ospedale Santo Spirito con fratture al naso e gravi ferite d’arma da taglio. La prognosi dei medici è stata di 30 giorni.

Dopo circa tre mesi d’inchiesta, condotta dai Carabinieri della compagnia San Pietro assieme alla Digos locale, sono scattate le prime misure cautelari, indirizzate nei confronti di sette persone accusate di tentato omicidio: si tratta di 4 maggiorenni e di 3 minorenni, i primiposti in stato di arresto domiciliare, mentre i secondi trasferiti in tre diverse comunità. Su di loro, a seguito dell’accertamento delle loro responsabilità, grava l’accusa di aver compiuto “atti idonei diretti, in modo non equivoco, a cagionare la morte del minore, colpendolo ripetutamente al capo e al volto con calci, pugni, colpi di casco, di cintura e di catena, nonché facendolo più volte bersaglio della loro ira e colpendolo con due fendenti con un’arma da taglio”. Secondo il referto dell’indagine, i componenti della banda non sono riusciti a compiere il loro intento omicida “per cause indipendenti dalla loro volontà”.

Diverse le aggravanti contestate agli autori dell’aggressione, tra le quali le futili motivazioni e l’aver commesso il reato in un numero complessivo di persone superiore a 5. Stando a quanto emerso dalle indagini, tutti i membri del gruppo risiederebbero in zone centrali della città e, come stabilito dagli accertamenti della Digos, apparterrebbero al movimento politico “Fronte della gioventù”, nella sezione di via Ottaviano.