Vescovi polacchi e ucraini per un futuro comune

E'nostro desiderio costruire un futuro comune e intraprendere dei passi che servano ad avvicinare le nostre comunità”: lo scrivono in un documento firmato ieri a Jasna Gora – il santuario di Częstochowa, uno dei più importanti centri di culto cattolico della Polonia – il presidente dei vescovi polacchi, mons. Stanislaw Gadecki, e il capo della Chiesa greco cattolica ucraina, Sviatoslav Shevchuk. I presuli si dichiarano “consci dei momenti difficili nella storia delle relazioni tra il popolo polacco e quello ucraino” così come nelle relazioni tra le due Chiese ma affermano di voler “guardare il passato nello spirito evangelico e cioè nella verità, nella carità e nel perdono senza i quali non è possibile alcun dialogo”.

Giovanni Paolo II

Il documento tocca la vita quotidiana di oltre un milione di fedeli. In Polonia infatti risiedono attualmente circa 1,3 milioni di cittadini ucraini, arrivati nel più vicino Paese membro dell’Ue soprattutto in cerca di lavoro. Il documento sottoscritto dai rappresentanti delle due Chiese tuttavia è importante anche nella prospettiva storica della Seconda guerra mondiale il cui 80° anniversario cade il 1° settembre prossimo e a seguito della quale erano state spostate a ovest le frontiere della Polonia, cosicché territori fino al 1939 considerati polacchi oggi fanno parte dell’Ucraina. E proprio in quei territori ai tempi del conflitto furono perpetrati crimini tuttora ricordati con grande dolore da ambedue i popoli. Il documento, firmato al termine del Consiglio dei vescovi diocesani polacchi a Jasna Gora, del quale è stato ospite  mons. Shevchuk, ricorda il contributo alla riconciliazione tra polacchi ed ucraini di Giovanni Paolo II e dei cardinali Jozef Glemp, Myroslav Ljubačivs’kyj e Lubomyr Huzar; inoltre, esprime l’auspicio affinché la Santa Sede acconsenta a dichiarare il Papa polacco patrono della riconciliazione.