Vaticano-Cina: a fine mese l'accordo?

diplomazia

Le voci su un punto di svolta imminente nei rapporti tra Vaticano e Cina si fanno insistenti. Il Global Times, tabloid del Quotidiano del Popolo, “voce” del Partito comunista cinese, riferisce che entro fine mese dovrebbe avvenire un nuovo confronto tra le parti il quale, se dovesse sortire effetti positivi, potrebbe far scaturire un accordo relativo alla nomina dei vescovi. Ma la voce di un accordo vicino aveva iniziato a circolare già da diversi giorni, il Global Times non fa che confermare quanto pubblicato nei giorni scorsi dal Wall Street Journal.

La Cina e la Chiesa

I rapporti diplomatici sull'asse Santa Sede-Pechino si sono interrotti 70 anni fa. Quello del rapporto tra il regime cinese e i cattolici, tuttavia, è un fronte che è sempre rimasto aperto a fronte dei quasi 12milioni di fedeli che vivono nel Paese. Negli anni Pechino ha creato una “Chiesa ufficiale” direttamente controllata dalle autorità anche nelle nomine ecclesiastiche: l’Associazione patriottica. Ma esiste poi una “Chiesa sotterranea”, riluttante a rinunciare al primato del Papa, e spesso oggetto di pressanti attenzioni delle autorità.

Card. Zen: “Rischio scisma”

Proprio per via di questa situazione di difficoltà e disorientamento che vivono i cattolici in Cina, la volontà del Vaticano di trovare un accordo è stata molto criticata da membri del clero, ad iniziare dal card. Joseph Zen, vescovo emerito di Hong Kong, che ha conosciuto sulla propria pelle cosa significa vivere da cattolico in Cina. Recentemente intervistato da Bloomberg, l'anziano porporato ha detto che “il problema è che (il Papa, ndr) non conosce il governo cinese. Non ha esperienza di regimi comunisti”. Secondo Zen, “le cose che i suoi collaboratori stanno facendo”, riferendosi ai diplomatici della Santa Sede che stanno lavorando con Pechino, “avranno conseguenze tragiche e durature, non solo per la Chiesa in Cina, ma per la Chiesa in generale”. Il rischio, secondo lui, è che si vada verso “una Chiesa scismatica con la benedizione del Santo Padre”.

Mons. Savio Hon: “Attenti al 'grigio pragmatismo' cinese”

Meno drastico del cardinale, ma comunque prudente rispetto ad un accordo con Pechino è anche mons. Savio Hon Tai Fai, attualmente nunzio apostolico in Grecia, che in un'intervista ad In Terris del maggio 2017 aveva avvertito: “Ho fiducia in Francesco, ma mi preoccupa molto quello che definisco un 'grigio pragmatismo' del Governo cinese. Si tratta di un fenomeno che è cresciuto insieme alla riforma economica della Cina e che continuerà a crescere quando sulla 'nuova via della seta' confluiranno molti soldi e commerci. È un principio utilitaristico basato sull’idea per cui ciò che funziona è vero. Esso rappresenta una minaccia per la nostra fede, rischia di contaminare anche la Chiesa“.