Udienza generale, il Pontefice: “La speranza è una vela che raccoglie il vento dello Spirito”

E’ proseguita anche nell’Udienza generale odierna in Piazza San Pietro la riflessione di Papa Francesco sulla speranza cristiana. E, nell’imminenza della Pentecoste, “non possiamo non parlare del rapporto che c’è tra la speranza cristiana e lo Spirito Santo. Lo Spirito è il vento che ci spinge in avanti, che ci mantiene in cammino… e non ci permette di adagiarci e di diventare un popolo sedentario”. Ricordando la Lettera agli Ebrei, nella quale San Paolo paragona la speranza a un’ancora, il Santo Padre aggiunge l’immagine della vela: “Se l’ancora è ciò che dà alla barca la sicurezza… la vela è invece ciò che la fa camminare e avanzare sulle acque. La speranza è davvero come una vela: essa raccoglie il vento dello Spirito Santo e lo trasforma in forza motrice che spinge la barca, a seconda dei casi, al largo o a riva”.

Abbondare nella speranza

E’ però nella Lettera ai Romani che Paolo dipinge l’immagine del “Dio della speranza”, sulla quale il Pontefice ha invitato alla riflessione: “Questa espressione non vuol dire soltanto che Dio è l’oggetto della nostra speranza, cioè Colui che speriamo di raggiungere un giorno nella vita eterna; vuol dire anche che Dio è Colui che già ora ci fa sperare, anzi ci rende ‘lieti nella speranza’: è la gioia di sperare e non sperare di avere gioia”. Francesco si è poi soffermato sull’espressione “abbondare nella speranza”, una capacità che San Paolo attribuisce all’intercessione dello Spirito Santo: “Abbondare significa non scoraggiarsi mai; significa sperare ‘contro ogni speranza’, cioè sperare anche quando viene meno ogni motivo umano di sperare”. E’ proprio lo Spirito a conferire questa “speranza invincibile” e ci consente di comprendere, interiormente, il nostro essere figli di Dio: “‘La speranza non delude perché l’amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato’ (Rm 5, 5). Non delude perché c’è lo Spirito Santo dentro che ci spinge ad andare avanti”.

L’azione dello Spirito muove il mondo

Ma, grazie allo Spirito, diveniamo capaci non solo di sperare ma anche di seminare, cioè di essere “consolatori e difensori dei fratelli”. A questo proposito, il Papa ha citato un discorso del beato cardinale John Henry Newman, raccolto nei “Parochial and plain sermons”, nel quale il porporato inglese diceva che “istruiti dalla nostra stessa sofferenza, dal nostro stesso dolore, anzi, dai nostri stessi peccati, avremo la mente e il cuore esercitati a ogni opera d’amore verso coloro che ne hanno bisogno”. E questi fratelli, ha proseguito il Santo Padre, “sono soprattutto i poveri, gli esclusi, i non amati. Sono questi ad avere bisogno di qualcuno che si faccia per loro ‘paraclito’, cioè consolatore e difensore, come lo Spirito Santo si fa per ognuno di noi”. Lo Spirito, come spiega ancora l’apostolo Paolo, “alimenta la speranza non solo nel cuore degli uomini, ma anche nell’intero creato”. E Papa Francesco ha citato le parole pronunciate dal suo predecessore, l’emerito Bendetto XVI, nell’omelia del 31 maggio 2009: “‘L’energia capace di muovere il mondo non è una forza anonima e cieca, ma è l’azione dello Spirito di Dio che aleggiava sulle acque’ all’inizio della creazione’. Anche questo ci spinge a rispettare il creato: non si può imbrattare un quadro senza offendere l’artista che lo ha creato”.

Nel salutare i fedeli a conclusione dell’Udienza, il Pontefice ha auspicato che, per la prossima festa di Pentecoste, “il dono dello Spirito Santo ci faccia abbondare nella speranza. Dirò di più: ci faccia ‘sprecare’ speranza con tutti quelli che sono i più bisognosi, i più scartati e per tutti quelli che hanno necessità”.