Theodore McCarrick ridotto allo stato laicale

E'stata inflitta la sanzione più dura all'ex cardinale Theodore McCarrick, arcivescovo emerito di Washington dichiarato colpevole di “sollecitazione in confessione e violazioni del sesto comandamento del decalogo con minori e adulti, con l’aggravante dell’abuso di potere”. Riduzione allo stato laicale, certificata da un comunicato della Congregazione per la Dottrina della Fede, secondo la quale “il Santo Padre ha riconosciuto la natura definitiva, a norma di legge, di questa decisione, la quale rende il caso res iudicata, cioè non soggetta ad ulteriore ricorso”. La decisione è stata notificata a McCarrick “in data 15 febbraio 2019”, con la Congregazione a ribadire quanto comunicato nello scorso ottobre sul fatto che “sia gli abusi sia la loro copertura non possono essere più tollerati e un diverso trattamento per i Vescovi che li hanno commessi o li hanno coperti rappresenta infatti una forma di clericalismo mai più accettabile”.

Il caso

L'apertura del caso risale al settembre 2017, quando l'arcidiocesi di New York aveva segnalato alla Santa Sede le accuse contro l'allora cardinale rivolte da un uomo che lo indicava come responsabile degli abusi da lui subiti in età adolescenziale. L'arcidiocesi, su incarico di Papa Francesco, aveva svolto un'indagine previa approfondita, le cui conclusioni erano state trasmesse direttamente alla Congregazione per la Dottrina della Fede. A giugno dell'anno successivo, su istruzioni del Pontefice, il segretario di Stato card. Pietro Parolin disponeva l'interruzione dell'esercizio pubblico delle funzioni del suo ministero per McCarrick. Un mese dopo, il porporato statunitense rassegnava le proprie dimissioni dal Collegio cardinalizio, accettate dal Papa che, al contempo, impartiva a McCarrick l'obbligo di una vita di preghiera e penitenza.

Verso il summit

Dal momento della ratificazione del provvedimento, McCarrick perde automaticamente i diritti propri dello stato clericale e non è più tenuto ai relativi obblighi, perdendo inoltre la dignità ecclesiastica e l'esercizio di tutte le funzioni a essa connesse, compreso l'insegnamento seminariale o in altri istituti con presenza di discipline teologiche. Una decisione che arriva a pochi giorni dall'inizio del prossimo summit internazionale sulla pedofilia, organizzato tra il 21 e il 24 febbraio, con la partecipazione dei presidenti di tutte le Conferenze episcopali del mondo. In quella sede, oltre che della natura del problema, si discuterà anche del cosiddetto “cover up”, ovvero del sistema di copertura stigmatizzato dalla Congregazione e a più riprese da Papa Francesco.