Stragi in America, la preghiera del Papa

Una preghiera breve ma intensa quella che Papa Francesco rivolge, al termine dell'Angelus, alle vittime del Walmart Mall di El Paso, in Texas, dove un giovane di 21 anni ha compiuto una strage, massacrando in modo indiscriminato 20 persone tra i clienti, compresi alcuni bambini. Ma il suo pensiero è anche per Dayton, in Ohio, e per Gilroy, in California, dove la violenza si è manifestata nella sua forma più crudele, nei colpi delle armi da fuoco che hanno spezzato le vite di decine di persone. Una follia che il Santo Padre ha condannato, manifestando la sua vicinanza alle vittime e ai loro familiari: “Sono spiritualmente vicino alle vittime degli episodi di violenza che in questi giorni hanno insanguinato il Texas, la California e l’Ohio, negli Stati Uniti, colpendo persone inermi. Vi invito ad unirvi alla mia preghiera per quanti hanno perso la vita, per i feriti e i loro familiari”.

Il ricco stolto

Una preghiera arrivata al termine di una riflessione del Pontefice incentrata sull'episodio evangelico in cui “un tale che si alza tra la folla e chiede a Gesù di dirimere una questione giuridica circa l’eredità di famiglia”. Una questione che Gesù non affronta, esortando piuttosto “a rimanere lontano dalla cupidigia, cioè dall’avidità di possedere”, raccontando poi la parabola del ricco stolto “per distogliere i suoi ascoltatori da questa ricerca affannosa della ricchezza”. Una “bella parabola che ci insegna tanto”, ha spiegato il Santo Padre, perché mostra come il ricco ponga davanti alla sua anima “tre considerazioni: i molti beni ammassati, i molti anni che questi beni sembrano assicurargli e terzo, la tranquillità e il benessere sfrenato”.

L'orizzonte rivelato

Considerazioni, o meglio, progetti che Dio annulla: “Stolto, questa notte ti chiederanno la vita. E a quel punto chi si godrà le cose che hai accumulato?”. Una domanda sulla quale Papa Francesco ha invitato a riflettere: “Pensiamo alle lotte per le eredità; tante lotte di famiglia…. E' in questa contrapposizione che si giustifica l’appellativo di 'stolto' – perché pensa a cose che lui crede essere concrete ma sono una fantasia – con cui Dio si rivolge a quest’uomo… Egli è stolto perché nella prassi ha rinnegato Dio, non ha fatto i conti con Lui”. E l'ammonimento finale della parabola (“Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio”) costituisce la rivelazione dell'orizzonte “verso cui tutti noi siamo chiamati a guardare. I beni materiali sono necessari – sono beni! -, ma sono un mezzo per vivere onestamente e nella condivisone con i più bisognosi. Gesù oggi ci invita a considerare che le ricchezze possono incatenare il cuore e distoglierlo dal vero tesoro che è nei cieli”.

La cupidigia

Questo, ha concluso il Pontefice, “non vuol dire estraniarsi dalla realtà, ma cercare le cose che hanno un vero valore: la giustizia, la solidarietà, l’accoglienza, la fraternità, la pace, tutte cose che costituiscono la vera dignità dell’uomo. Si tratta di tendere ad una vita realizzata non secondo lo stile mondano, bensì secondo lo stile evangelico: amare Dio con tutto il nostro essere, e amare il prossimo come lo ha amato Gesù, cioè nel servizio e nel dono di sé. La cupidigia dei beni, la voglia di avere beni, non sazia il cuore, anzi provoca di più fame… non si sazia mai”. E ha ricordato: “L’amore così inteso e vissuto è la fonte della vera felicità, mentre la ricerca smisurata dei beni materiali e delle ricchezze è spesso sorgente di inquietudine, di avversità, di prevaricazioni, di guerre. Tante guerre incominciano per la cupidigia”.