“Sono Cristo”: la vita di Gesù ridotta a un videogame

La religione in un videogame. E' l'ultima, poco edificante frontiera di un uso spesso disinvolto delle tematiche di fede che in questo caso si spinge addirittura a trasformare in un videogioco la vita di Gesù. “E' veramente dissacrante, ma ormai si è perso tutto il senso del sacro” è il commento di padre Antonino Mascali, giovane parroco carmelitano della Chiesa Nostra Signora del Carmine di Cagliari, alla notizia del videogioco che simula la vita di Cristo. “Si sta passando dal togliere le croci da scuole e uffici pubblici al trasformare Gesù in un videogioco che addirittura simula i miracoli. E intanto perdiamo la bellezza della domenica come giorno in cui, come cristiani, siamo chiamati a celebrare Dio. I primi a non aver rispetto del nostro essere cristiani – afferma padre Mascali – siamo noi stessi. Non lamentiamoci se poi gli altri non ci rispettano“. 

La descrizione tecnica del videogame

Le riviste specializzate in tecnologia e anche i principali quotidiani hanno dato ampio spazio al videogame choc, mentre le agenzie di stampa hanno raccolto i pareri di teologi ed esperti del settore hi-tech. Tra opposte valutazioni, un dato emerge inconfutabile: in una pluralità di ambiti il sacro viene sistematicamente utilizzato in situazioni a dir poco profane per finalità che nulla hanno a che vedere con la fede. Partiamo dalla descrizione tecnica del videogioco che tra simulazioni di miracoli e semplificazioni inaccettabili prende come pretesto (anche in termini di richiamo mediatico) la vita di Gesù Cristo e ne fa indebitamente l'occasione per un gioco interattivo sullo sfondo di una lotta spettacolarizzata tra bene e male quasi derubricata a fiction fantasy. Insomma l'ennesima strumentlizzazione in chiave di profanazione della fede. Tutto ciò si configura come “una continua indecenza sottaciuta e banalizzata anche da coloro che dovrebbero far sentire la propria voce”, avverte don Aldo Buonaiuto, sacerdote di frontiera della Comunità Papa Giovanni XXIII che ha approfondito in libri e studi scientifici il tema dalla banalizzazione del sacro e della trasposizione blasfema della religione nel suo opposto.   “Un mondo open da esplorare tra deserti e paesaggi mediorientali, un team da costruire e del quale prendersi cura da buon leader, personaggi da incontrare in giro e con i quali interagire e super poteri da acquisire man mano. Non per ultimo, un boss cattivo da combattere senza pietà- riferisce Wired-. Elementi classici di decine e decine di videogames moderni, che però trovano un protagonista unico nell’ultimo titolo pubblicato da PlayWay e sviluppato da SimulaM, Gesù. Il titolo è emblematico: I am Jesus Christ”. Ufficializzato per ora in uscita soltanto su pc attraverso la piattaforma Steam, viene presentato come un accurato simulatore della vita di Cristo, seguendo la storia del Nuovo Testamento. Il gameplay considererà tutti gli eventi narrati dal momento del battesimo fino alla morte e resurrezione. In mezzo, tutto ciò che viene raccontata nella parte più recente della Bibbia”. Si prenderanno dunque le sembianze di Gesù e si ripercorrerà la sua vita dalla fanciullezza alla presa di coscienza delle proprie potenzialità e responsabilità. Si potranno dunque ripetere i miracoli descritti sulle sacre scritture (ne vengono contati trenta in tutto) come curare non vedenti e si avranno veri e propri superpoteri come quelli di camminare sulle acque, calmare le tempeste e moltiplicare pani e pesci.

 Tra fede e tecnologia

“In mezzo, i fatti riportati dai Vangeli. Ma soprattutto, ci sarà la parte un po’ più d’azione con la lotta realistica contro il diavolo tentatore- osserva Wired Geniale l’idea presa dai titoli fantasy di ricaricare i super poteri andando a battezzare le persone e “attivando” lo Spirito Santo. I requisiti sono sistema operativo Windows 10, processore Intel Core i3-2100 o AMD Phenom II X4 965, almeno 4 gb di ram, scheda grafica GeForce GTX 550 Ti o Intel Hd 620, DirectX versione 9.0 e 2 gb di spazio a disposizione su disco fisso. Sarà presentata anche per console e su mobile?” Questo videogioco è solo l’ultimo punto di contatto tra credo e tecnologia, Wired presenta una selezione di gadget molto curiosi che spaziano in diverse religioni del mondo.  “Il videogioco su Gesù? Certo, non si può ridurre Gesù Cristo solo ad uno che faceva miracoli e basta. Ma ho imparato a non giudicare d'impatto e le forme di comunicazione nuove hanno le loro regole. Se, pur in forma ludica e “diversa”, il videogioco avesse un intento didattico potrebbe andare bene. D'altronde, il trailer fa vedere un miracolo e lo lega ad un versetto, e questo mi sembra corretto”, commenta don Giovanni Berti, parroco di Moniga del Garda, autore del libro “La vignetta di Dio” (che racconta il vangelo in vignette) all'Adnkronos commenta il nuovo videogioco “I am Jesus Chirst”, in cui il giocatore veste la tunica del figlio di Dio e fa miracoli, impartisce benedizioni e così via.

Simulazione e semplificazione

“Certo, il videogioco per far conoscere la vita di Gesù non è il mio modo di fare conoscere il Vangelo, anche perché spesso la riduzione di Gesù, in un videogioco, e come avviene anche per la forma pittorica, non fa cogliere la completezza della sua figura, che appunto non era solo quella di fare miracoli, ma è anche vero che nel nostro paese la si conosce poco, e quindi, forse, un videogioco, se realizzato seriamente, da un team di esperti, e non solo dei tecnici, può aiutare a farla conoscere alle giovani generazioni: di stimolare il loro interesse nei confronti della vita di Gesù, e a far passare un messaggio nella sua completezza – sottolinea don Giovanni Berti – Per questo, sono curioso di vedere il videogioco quando verrà realizzato”. “Un videogioco che simula la vita di Cristo? Perché no! Se per una volta la narrazione è ben lontana dalla violenza, dalla dissacrazione dei nostri valori, e si propone di far passare un messaggio positivo, un racconto che possa anche avvicinare i giovani alla fede, alla Chiesa, ben venga il gioco”, dice all'Adnkronos don Maurizio Patriciello, parroco di Caivano, promuovendo almeno nelle intenzioni (“non ho visto nemmeno il trailer online del gioco”, premette) la prossima uscita di “I am Jesus Christ”, il videogame, ispirato al Nuovo Testamento, che permette al giocatore di 'trasformarsi' in Gesù. “Che sia un videogioco, un fumetto o un libro, un linguaggio più vicino a quello dei ragazzi”, secondo don Patriciello, può facilitare il compito “di diffondere valori positivi”. Quindi “se nelle idee di chi ha prodotto il gioco c'è il desiderio di far conoscere la vita di Gesù, i miracoli e anche tutto quello che ruota intorno al Natale, non posso che giudicare positivamente l'operazione”.